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Meloni: Letta discredita l'Italia. La replica: 'Lei propone follie'

Meloni: Letta discredita l'Italia. La replica: 'Lei propone follie'

La leader di Fdi contro le dichiarazioni del segretario Pd alla Cnn

ROMA, 20 agosto 2022, 10:47

Redazione ANSA

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Meloni e Letta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Meloni e Letta - RIPRODUZIONE RISERVATA
Meloni e Letta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dalle questioni romane a quelle internazionali, è scontro totale tra i leader degli schieramenti che si fronteggeranno alle urne il 25 settembre. Dopo l'intervista alla Cnn in cui il segretario del Pd Enrico Letta metteva in guardia sui rischi di una eventuale vittoria della destra, la leader di FdI Giorgia Meloni lo accusa di "screditare la nazione per difendere il suo tornaconto". E Letta alza l'asticella dello scontro: nel programma di Fdi c'è "l'obbligo di fideiussione per gli stranieri, blocco navale fuori dai nostri confini, Pnrr da rinegoziare", "Tre follie per chi ci guarda da fuori". "Io sono una patriota, tu discrediti il Paese", chiosa Meloni.

Intanto, ad infuocare la campagna elettorale arrivano due grane in casa dem, subito cavalcate dal centrodestra: il video shock che immortala Albino Ruberti, (ormai ex) capo di gabinetto del sindaco di Roma durante una lite violenta, con urla e minacce di morte; e alcuni post - scovati da il Giornale - in cui uno dei giovani capilista scelti dal Nazareno per la corsa alle politiche, Raffaele La Regina (che ora porge le sue scuse) in passato ironizzava sullo Stato d'Israele, mettendone in dubbio l'esistenza. Il Pd deve chiarire che "i due tweet e il meme" in questione, sono "risalenti a quando" La Regina "non era candidato del Pd e non rappresentava il PD, non rispecchiano in alcun modo il nostro lavoro di questi anni, schierato a difesa del diritto a esistere dello Stato di Israele".

 Ma intanti la tensione schizza alle stelle. Dopo la pubblicazione del video di Ruberti, la reazione di Letta è altrettanto immediata: il Nazareno parla di un "episodio gravissimo che non può restare senza conseguenze". Passa qualche ora e il capo di gabinetto di Roberto Gualtieri si dimette e un altro dei protagonisti della serata 'incriminata', Francesco De Angelis ritira la propria candidatura alle politiche. "Scelte giuste e doverose", commenta tranchant il leader del Pd. Ma il materiale è sufficiente per alimentare la polemica degli avversari politici. "Risse in strada e minacce di morte, candidati che insultano Israele, giovani dem che sfregiano il memoriale del sisma in Emilia. Questa e' la campagna del Pd: cosa ci aspetta a settembre?", twitta il leader leghista, Matteo Salvini. Che rivolge a Letta, pubblicamente, diverse domande tra cui: "La lite che ha coinvolto i dirigenti del partito a Roma e nel Lazio e' figlia di motivi politici e amministrativi?" e il leader del Pd "è al corrente di chi mette in lista?". I leader del centrodestra, insomma, non accettano di essere considerati 'impresentabili' e chiedono piuttosto al Pd di guardare in casa propria. 

Intanto Letta, dopo la complicata gestione delle candidature, vuole guardare avanti: al programma e alla competizione elettorale. Con messaggi e contenuti rivolti principalmente ai giovani, tra cui il Pd ambisce a diventare il primo partito: "Il principale problema dei flussi migratori in Italia sono i giovani che se ne vanno. Questa è la vera emergenza e lo dico a chi parla a vanvera di blocchi navali", punta il dito Letta, riservando un'altra stoccata alla sua principale avversaria, Meloni. Lei rilancia il blocco navale e sintetizza così la sua ricetta: "In Italia" si deve entrare "solo legalmente, perché non facciamo gestire i flussi migratori verso la nostra nazione da criminali, scafisti o peggio da chi vuole destabilizzare la nostra Nazione e l'Europa".

Nell'agone politico scende anche Carlo Calenda, che bolla le frizioni tra Letta e Meloni sulle questioni internazionali come "liti da pollaio". Nel frattempo i vertici di Iv stanno valutando la possibilità di far slittare la Leopolda, che per il 2022 sarebbe in programma dall'1 al 3 settembre. La manifestazione potrebbe essere rimandata a dopo il voto e la scelta, all'insegna di una campagna elettorale unitaria con gli alleati, sarebbe stata assai gradita ad Azione.

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