(ANSA) - LOS ANGELES, 11 MAR - Alice Rohrwacher un mezzo
discorso ce l'ha pronto. Non ha scritto niente, ma ha fatto
mente locale. Se domenica sera dovesse salire sul palco del
Dolby Theatre a ritirare l'Oscar per Le Pupille, il suo
cortometraggio, ha ben chiaro come cominciare. "Ci hanno fatto
sapere che in caso di vittoria non possiamo parlare per più di
30-40 secondi. C'è giusto il tempo per i ringraziamenti. Però
almeno so da chi iniziare. A quello sì, ci ho pensato", ammette
con il candore allegro di una ragazzina in gita scolastica.
Al suo fianco, un signore alto, barba bianca e vestito scuro:
"È mio padre, domenica verrà con me", lo presenta parlando con
l'ANSA. Accanto ci sono la montatrice Carlotta Cristiani e il
produttore Carlo Cresto-Dina di Tempesta Film, che la sostiene
dal suo esordio con Corpo Celeste nel 2011. "Ci siamo vestiti
tutti di nero per venire bene in foto", scherza posando davanti
ai fotografi all'Istituto Italiano di Cultura, per la serata
finale del Los Angeles Italia - Film, Fashion and Art Festival,
che ha premiato i candidati italiani agli Oscar Aldo Signoretti
(makeup artist di Elvis) e la produttrice Chiara Tilesi (miglior
canzone originale in Tell it like a woman) e Rohrwacher,
appunto.
Si guarda attorno con lo sguardo vivace delle piccole
protagoniste del suo cortometraggio: 17 orfanelle costrette
all'obbedienza in un collegio di suore, che davanti a una zuppa
inglese non riescono a reprimere il desiderio e la fame. Sono
"bambine cattive" perché non offrono la torta a Gesù come aveva
intimato l'inflessibile madre superiora (Alba Rohrwacher). "La
loro ribellione si nutre di coerenza, di perseveranza verso ciò
che si desidera. Poi lo condividono. In questo senso, sì, mi
sento una di loro". (ANSA).