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In Bulgaria testa a testa liberali-conservatori

Si ripropone rebus su maggioranza e governo. Affluenza ai minimi

In Bulgaria, dove oggi si sono svolte le quinte elezioni parlamentari nell'arco di due anni, è un testa a testa tra le due maggiori forze politiche, che fanno presagire nuove difficoltà per la ricerca di una maggioranza politica solida e un governo stabile. Si conferma al tempo stesso la crescente disaffezione dell'elettorato, con una affluenza alle urne al minimo storico, il 35% degli aventi diritto, stando ai primi dati preliminari. Secondo gli exit poll della Gallup, vince con il 25,3% dei consensi il partito liberale 'Continuiamo il cambiamento' (Pp) il cui leader Kiril Petkov si è dimesso nel giugno scorso come premier di una coalizione sfiduciata in parlamento. Il partito conservatore Gerb, il principale antagonista del Pp, risulterebbe al secondo posto ma distaccato di poco al 24,7%. Il Gerb guidato dall'ex premier Boyko Borissov, combattuto dall'opposizione e contestato dalla popolazione scesa in piazza negli anni scorsi contro la dilagante corruzione e clientelismo, ha governato il Paese per quasi dieci anni nel passato. Un esito rilevante ma preannunciato del voto di oggi riguarda la continua ascesa del partito nazionalista Vazrazhdane (Rinascita), salito al 14,2% dei consensi collocandosi al terzo posto. Il suo leader Kostadin Kostadinov chiede la revisione delle condizioni di adesione della Bulgaria all'Ue, un referendum sull'appartenenza del paese alla Nato e un 'no' all'ingresso nella zona euro. Entrerebbero in parlamento - che prevede lo sbarramento al 4% - anche il partito della minoranza turca Dps, dato al 13,1% e i socialisti (Bsp) con il 9,9%. Il partito populista 'C'è un popolo come questo' (Itn) entrerebbe anch'esso nel parlamento con il 4% dei voti. In sostanza i risultati della consultazioni di oggi, se saranno confermati dallo spoglio ufficiale della commissione elettorale centrale, vedrebbe in parlamento unicamerale, che ha 240 seggi, le stesse formazioni politiche degli scrutini precedenti, anche se con diverse percentuali, confermando la forte frammentazione dell'Assemblea, con la conseguente incertezza e difficoltà per la formazione di una nuova maggioranza di governo. Numeri alla mano, Il Pp sarà costretto a cercare difficili alleanze. Diversi analisti non escludono una larga coalizione tra Pp e Gerb, benché a scapito dei loro rating tra gli elettori. Nei giorni scorsi, infatti, sono trapelate nei media voci che 'paesi partner' della Bulgaria insisterebbero che sia posta fine al circolo vizioso delle elezioni anticipate e che si formi un governo regolare a qualsiasi condizione. In ogni caso il nuovo parlamento e l'eventuale nuovo governo avranno da affrontare grandi e immediate sfide per superare la profonda crisi politica ed economica che colpisce pesantemente i bulgari, stressati anche dai disagi provocati dalla guerra in Ucraina e dalle sue conseguenze sull'economia e sui prezzi energetici. Nei giorni scorsi le autorità hanno annunciato ufficialmente un'inflazione annuale del 16,9% ma il valore del carrello spesa sarebbe ben più alto e sfiorerebbe, secondo alcuni economisti, il 35%. Dopo lo stop delle forniture di gas russo, le bollette del riscaldamento e della luce sono balzate di circa il 30%, un onere difficilmente sopportabile per gran parte delle famiglie in Bulgaria, che resta il fanalino di coda nell'Ue per povertà e corruzione.  

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