L'impresa di Kelly Wash di calarsi a meno 11mila metri nella Fossa delle Marianne, come fece suo padre Don 60 anni fa, sottolinea l'ottimo livello dell'ingegneria italiana. Don Walsh, infatti, il 23 gennaio 1960, si calò con l'esploratore Jacques Piccard a bordo di un batiscafo chiamato Trieste. Non un nome a caso: fu nel capoluogo giuliano che il batiscafo fu concepito e costruito.
Fu qui che il giovane Piccard realizzò l'idea che aveva avuto il padre, il fisico Auguste, nel 1939. Quest'ultimo "raggiunse il figlio a Trieste e grazie agli aiuti delle industrie cittadine e del Governo militare alleato, il batiscafo fu costruito nei Cantieri riuniti Adriatico di Monfalcone, con la collaborazione della Navalameccanica di Castellammare e delle acciaierie Terni per la cabina sferica (poi sostituita della Krupp)", racconta Pietro Spirito, giornalista ed esperto del settore.
Il "Trieste" era lungo 18 metri, largo tre sormontato dalla torretta d'accesso, l'abitacolo era una sfera d'acciaio sotto lo scafo. Fece una prima immersione nel 1953 nel Tirreno a - 3150 metri, poi a -3800 metri nel golfo di Napoli per calarsi infine nella Fossa delle Marianne nel 1960.
"Il batiscafo originale è conservato al Museo navale di Washington, una copia in scala uno a uno è a Breslavia in Polonia", ricorda Enrico Halupca, autore del libro "Il Trieste" (edizioni ItaloSvevo- Gaffi), oggi impegnato nel girare un documentario sull'impresa.
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