Dopo lunghe ore di interrogatorio
la brigata antiterrorismo di Tunisi ha deciso nella notte di
confermare lo stato di fermo a Ali Laarayedh, già premier e
ministro dell'Interno, e di rinviare per oggi a mezzogiorno
l'interrogatorio di Rached Ghannouchi, ex presidente del
Parlamento disciolto, entrambi leader storici del partito
islamico tunisino, convocati nell'ambito del fascicolo aperto
sulla rete di arruolamento e l'invio di giovani tunisini verso
le zone di conflitto del jihad e sul finanziamento del
terrorismo in Tunisia. Lo ha detto ai media l'avvocato Samir
Dilou, del collegio dei difensori di Ennhadha che ha seguito i
suoi assistiti alla caserma Bouchoucha della capitale.
In un comunicato diffuso nella notte, il partito Ennahdha ha
denunciato "le condizioni di un interrogatorio che
rappresentano una flagrante violazione dei diritti umani".
Secondo i suoi difensori Ali Laarayedh sarebbe stato interrogato
dalle 17 a oltre mezzanotte senza cibo né riposo. Ennahdha ieri
in un comunicato aveva messo in guardia contro "i pericolosi
eccessi del potere golpista che prende di mira gli oppositori
esercitando pressioni su di loro e fabbricando casi in cui cerca
di sfruttare l'apparato giudiziario". Finora, sono dieci le
persone arrestate in relazione a questo dossier, tra essi Habib
Ellouze e Lotfi Seghaïer, sempre di Ennhadha e l'ex deputato del
partito islamico, amministratore delegato di Syphax Airlines,
Mohamed Frikha.
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