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Il feretro di Elisabetta nella cattedrale di St Giles accolto da squilli di trombe. Sulla bara la corona di Scozia

Re Carlo e gli altri tre figli della regina Elisabetta si sono schierati ai 4 lati del feretro della madre per la veglia

Re Carlo e gli altri tre figli della regina Elisabetta si sono schierati ai 4 lati del feretro della madre per un primo turno di veglia nella cattedrale di St Giles, a Edimburgo, aperta all'omaggio del pubblico. L'immagine toccante dei quattro reali - a capo chino, e con attorno alcuni militari scozzesi - ha fatto subito il giro dei media britannici. Come già dietro al corteo, Carlo, la principessa Anna e il principe Edoardo sono in alta uniforme militare; mentre il principe Andrea - privato da mesi dei gradi e dei compiti di rappresentanza dinastica in seguito allo scandalo Epstein - è in borghese.

LA SCOZIA S'INCHINA ALLA REGINA
Un corteo solenne per accompagnare la regina Elisabetta verso l'abbraccio dei sudditi. Un corteo che è partito dalla Scozia, forse la più indocile nazione del Regno, largamente conquistata tuttavia da una sovrana che di quella terra è rimasta perdutamente innamorata per tutta la vita: e che proprio lassù, nel verde di Balmoral, ha come scelto di morire a 96 anni dopo 7 decenni sul trono. Il momento pubblico del lungo addio alla matriarca di casa Windsor ha preso le mosse a Edimburgo, segnato dal lento incedere del feretro sui ciottoli in salita del Royal Mile. Con re Carlo III, primogenito e successore alla corona, chiamato a seguirlo a piedi - con lo scettro ormai in mano - accanto alla sorella Anna e ai fratelli Edoardo e Andrea nel percorso in direzione della cattedrale di St Giles: luogo della prima esposizione delle spoglie mortali di Sua Maestà, per 24 ore, all'omaggio popolare. 

Il corteo, Carlo dietro il feretro di Elisabetta

Il culmine di una giornata che ha visto il nuovo sovrano impegnato in una sorta di doppio giuramento di fedeltà al suo ruolo da monarca costituzionale. Dapprima a Londra, dinanzi al parlamento nazionale di Westminster, il più antico del mondo dove ha ricevuto le condoglianze commosse di deputati e lord attraverso le voci degli speaker delle due Camere; non senza rinnovare - dopo gli squilli di tromba e le riverenze di prammatica - l'impegno a servire lealmente il sistema di governo democratico britannico sull'esempio "dell'insuperabile dedizione" al dovere della sua "amata madre", additata con le parole di Shakespeare quale ideale "modello di vita di tutti i principi". Quindi, prima di sera, di fronte a quello locale scozzese, in nome del rispetto della devolution e dell'autonomia di tutte le nazioni che con l'Inghilterra formano il Regno Unito (Galles, Irlanda del Nord e appunto Scozia, la cui corona, unita ma diversa da quella inglese, non a caso è stata posta sul catafalco di Elisabetta II).

Al di là di tutto, comunque, la giornata è stata quella di un grande saluto di popolo alla monarca defunta. La sua bara, avvolta nello stendardo reale, ha lasciato nel primo pomeriggio il palazzo reale di Holyroodhouse al suono struggente d'una cornamusa, portata a spalla da picchetto d'onore del Royal Regiment of Scotland nella tradizionale divisa con il kilt. E nel percorso fino a St Giles - seguita a piedi dai quattro figli (tutti in alta uniforme tranne il 'reprobo' Andrea, privato di gradi e titoli per il coinvolgimento nello scandalo sessuale Epstein) - è stata affiancata da un fiume di gente assiepato a ridosso delle transenne. In un clima di silenzioso rispettoso, rotto solo da qualche inchino, dalle foto o dai video ripresi con gli immancabili telefonini, da uno scroscio di applausi riservati a Carlo e alla regina consorte Camilla sulla via del ritorno. Oltre che dalla contestazione di almeno una persona che ha lanciato urla di sdegno all'indirizzo del principe Andrea, prima di essere afferrato dalla polizia e fermato per "disturbo alla quiete pubblica". Incidente non totalmente episodico nel Paese, ma che non cambia la cornice di un quadro suggellato nel complesso dalla presenza di decine e decine di migliaia di persone lungo le strade della capitale scozzese, o in coda per accedere alla camera ardente di St Giles. Dove i resti della figlia di Giorgio VI hanno iniziato ricevere il tributo di una fila ininterrotta di uomini e donne dopo la liturgia celebrata nella cattedrale in "ringraziamento" per l'eredità di Elisabetta: esaltata - alla presenza della neo premier conservatrice britannica Liz Truss come della first minister indipendentista del governo locale scozzese Nicola Sturgeon - per "il dono di uno spirito di servizio" inclusivo "fondato su una sincera fede cristiana".

La scena si sposterà a Londra, dove nei 4 giorni successivi il panorama si prepara a riprodursi in dimensioni ciclopiche. Con il milione di presenze attese durante l'esposizione del feretro a Westminster Hall, da mercoledì a domenica. E la prospettiva da far tremare i polsi d'un funerale di Stato che vedrà lunedì 19 il mega apparato di sicurezza messo in piedi per l'occasione confrontarsi con lo spostamento in riva al Tamigi non solo di una marea umana di ammiratori della regina, orfani e curiosi, ma pure di Joe Biden e di leader del pianeta (per l'Italia ci sarà il presidente Mattarella).



La prima volta in Parlamento di Re Carlo III. Il re ha rinnovato solennemente il suo impegno di fedeltà al modello di "governo costituzionale" britannico nel palazzo di Westminster, sede del Parlamento, dopo aver seguito con un'espressione assorta i commossi messaggi di condoglianze rivoltigli dagli speaker (presidenti) delle due Camere per la morte della regina Elisabetta. Il sovrano, con la regina consorte Camilla al fianco, ha ricordato "la dedizione insuperabile" della sua "amata madre" al Paese e ai propri doveri, ripromettendosi di seguirne le orme. Poi, citando ancora una volta Shakespeare, l'ha definita "modello di vita di tutti i principi".

Il sovrano, accompagnato dalla regina consorte Camilla, è stato ricevuto solennemente da una vasta rappresentanza delle due Camere, riunite in una sala dell'ala dell'edificio occupata dalla Camera dei Lord. Tutti i presenti sono vestiti a lutto o con costumi tradizionali nel caso dei funzionari dello staff e di alcuni pari del Regno. Nelle prime file, fra gli altri, spiccano in nero gli ex primi ministri Theresa May e Boris Johnson, entrambi tuttora deputati.

Ad aprire la cerimonia è stato lo Speaker della Camera dei Lord, il barone McFall di Alcluith, dicendo che la regina Elisabetta II era "una guida ma anche al servizio del popolo". E ha aggiunto: "La sua umiltà e integrità hanno suscitato rispetto e catturato l'immaginazione di popoli e nazioni in tutto il mondo". Per poi sottolineare che le sue qualità rimangono per ispirare re Carlo III nella guida del Regno. Mentre lo Speaker dei Comuni, Sir Lindsay Hoyle, ha esordito ricordando "la nostra sovrana signora, la regina Elisabetta". Ha affermato poi che la perdita della regina si fa sentire in tutto il mondo, nel Regno Unito e nell'intero Commonwealth, "a cui lei si è dedicata così tanto". "Per quanto sia profondo il nostro dolore, sappiamo che il vostro è più profondo", ha poi aggiunto rivolgendosi al re Carlo e alla regina consorte Camilla che sedevano sui due troni all'interno della Westminster Hall, la parte più antica del Parlamento britannico, per ascoltare gli elogi funebri. Dopo la lettura dei discorsi, anche da parte del sovrano, tutti i presenti si sono alzati in piedi per ascoltare in una atmosfera solenne l'inno nazionale, diventato 'God Save the King' dopo la morte di Elisabetta II.

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