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Bruxelles, Renzi: presa ogni misura, ma non c'è minaccia specifica in Italia

Il premier nell'incontro con i capigruppo di maggioranza e opposizione: serve intelligence comune

"Abbiamo, come tutti i partner, messo in campo tutte le misure di sicurezza necessarie, anche se non risulta ad ora una minaccia specifica in Italia". Lo ha detto il premier Renzi nell'aprire l'incontro con i capigruppo di maggioranza e opposizione all'indomani dell'attacco terroristico a Bruxelles. "Occorre stringere sui meccanismi di intelligence tra i Paesi europei e non solo, valorizzare Europol, lavorare su una struttura condivisa", ha ribadito Renzi.

Domani consiglio interni Ue straordinario - Un consiglio straordinario dei ministri dell'interno europei è stato convocato per domani alle 16. Lo si apprende da fonti europee. Il commissario europeo Dimitris Avramopoulos aveva annunciato stamani che si satava lavorando per una riunione "nei prossimi uno-due giorni".

Vertici Ue visitano il luogo dell'attentato alle metropolitana



Polonia, dopo attacchi non vogliamo migranti - "Dopo quanto accaduto ieri a Bruxelles" non siamo d'accordo "nell'accogliere alcun gruppo di migranti". Lo ha detto la premier polacca Beata Szydlo alla tv privata Superstacja. Finora la Polonia aveva accettato di accogliere circa 7000 rifugiati.

Salvini, morti figli buonismo accoglienza - "Ieri a Bruxelles abbiamo vissuto una giornata impegnativa: è il caso di ricordare che i morti, e 32 li devono ancora riconoscere, sono i figli del buonismo dell'accoglienza a tutti i costi. E' ora di dire che i potenziali delinquenti non devono venire a casa nostra". Lo ha detto Matteo Salvini nel breve comizio, megafono in mano, che ha tenuto, ad Avezzano (L'Aquila), alle spalle del palazzo da dove stamattina è stata mandata via una occupante abusiva.

Renzi sprona Ue a unità, sicurezza comune contro terrore - Dopo Parigi, Bruxelles, cuore dell'Europa e simbolo delle istituzioni europee. L'Isis torna a colpire e ad uccidere cittadini comuni nei luoghi della vita quotidiana. Un attacco del terrore al quale l'Europa deve rispondere "andando fino in fondo" con un "patto europeo" che metta in comune sicurezza ed intelligence. Il premier Matteo Renzi, e con lui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiamano l'Europa all'unità. Compattezza di istituzioni che, però, non fotografa la politica italiana con Matteo Salvini che chiede di "ripulire" le nostre città ed il premier che mette in guardia da "soluzioni miracolistiche e dalla chiusura delle frontiere". Una "minaccia globale con killer anche locali" è la formula con cui Renzi sintetizza (in riunioni e contatti con i suoi omologhi europei, da Merkel a Hollande e Juncker) la nuova minaccia del terrorismo jihadista che colpisce in tutto il mondo con "attentatori che però vengono da dentro e si nascondono nelle periferie delle nostre città".

Il presidente del Consiglio, poche ore dopo le esplosioni all'aeroporto e alla metro, chiama il premier belga Charles Michel ed esprime il sostegno e la solidarietà italiana anche esponendo a mezz'asta la bandiera belga a Palazzo Chigi accanto a quella italiana ed europea. Una vicinanza di simboli che per l'Italia vuol dire di più: per affrontare una guerra che "durerà mesi, forse anni" serve prima di tutto "una struttura di sicurezza unitaria" e una condivisione di forze alla quale Roma "si mette a disposizione con la sua esperienza di forze dell'ordine e di intelligence da offrire". Lotta dura al terrorismo ma anche, è la linea italiana, una strategia che con l'educazione e l'integrazione non trasformi gli immigrati delle nostre città in potenziali kamikaze. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiede di affrontare "questa sfida decisiva con una comune strategia, che consideri la questione in tutti i suoi aspetti: di sicurezza, militare, culturale, di cooperazione allo sviluppo" perchè "in gioco ci sono la libertà e il futuro della convivenza umana".

Tutt'altro che parole di circostanza, quelle di Renzi e Mattarella, in un momento in cui L'Europa fatica a trovare ricette comuni quasi su tutto, sull'immigrazione come sulla politica economica. "Non è il tempo degli sciacalli ma neanchè delle colombe" è l'altolà che il presidente del consiglio rivolge soprattutto in chiave di polemica interna. Visto che anche nel giorno della tragedia e del lutto, i distinguo tra partiti non si fermano. Matteo Salvini, bloccato nella capitale belga, parla di "dichiarazione di guerra" dell'Is alla quale si deve rispondere solo in due modi: "bonificare i ghetti via per via, palazzo per palazzo" e chiudere le frontiere. E dritto contro il governo va la neocandidata al Comune di Roma Giorgia Meloni: "L'Europa brucia sotto i colpi dell'integralismo islamico e il governo sembra non accorgersene: Renzi, Alfano e Mattarella ci dicono che il terrorismo si combatte con la cultura ma è una frase buona per i cioccolatini". Accuse alle quali il premier risponde in due modi: da un lato convocando domani mattina a Palazzo Chigi i capigruppo di tutti i partiti per chiamare ad uno spirito di unità nazionale davanti al terrore. Dall'altro respingendo al mittente soluzioni sempliciste. "Chi dice 'chiudiamo le frontiere' - ribatte - non si rende conto che spesso i terroristi sono già dentro, chi oggi fa polemica non capisce che tutti i cittadini hanno bisogno di sentirsi parte della stessa comunità: di fronte ad attacchi come questi non c'è colore politico o partitico".

 

 

 

L'Alitalia ha attivato un numero verde per informazioni sui voli.

 

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