Eurizon, società di gestione del
risparmio del gruppo Intesa Sanpaolo, ha chiuso il 2020 con un
utile di 512,9 milioni di euro, in lieve flessione (-1,1%)
rispetto ai 518,5 milioni dello scorso esercizio.
Il margine netto da commissioni, si legge in una nota, sale a
835,4 milioni (+4,6%), mentre il rapporto cost-income migliora
dal 18,9 al 18,1%. Il valore del patrimonio gestito è salito del
4% a 349 miliardi, grazie all'effetto combinato dell'andamento
dei mercati e della raccolta netta che, nei 12 mesi, ha
raggiunto i 5,2 miliardi di euro (6,6 miliardi nel 2019, al
netto dell'apporto di Eurizon Capital Real Asset).
Sul fronte estero, la società cinese Penghua Fund Management
(partecipata al 49%) ha superato quota cento miliardi di euro,
raggiungendo a dicembre 2020 un patrimonio record di 102,7
miliardi, in crescita del 25% da inizio anno, grazie anche a una
raccolta di 13 miliardi. Le masse complessive, gestite da
Eurizon, sottolinea la società, hanno raggiunto così i 452
miliardi.
"Il 2020 è stato particolarmente complesso e senza
precedenti, a causa della pandemia", ha commentato l'ad Saverio
Perissinotto, complimentandosi per gli "importanti risultati"
raggiunti della Divisione Asset Management e ricordando le
"significative iniziative su diversi fronti, tra cui nuove
soluzioni per la riqualificazione della liquidità", "nuovi
strumenti a supporto dell'economia reale conformi alla normativa
sui Pir alternativi" e il rafforzamento della "collaborazione"
con le realtà dell'ex Gruppo Ubi.
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