(ANSA) - LONDRA, 06 GIU - Niente sfiducia per i vertici
rinnovati della Cbi, la potente Confindustria britannica finita
negli ultimi mesi nei guai sia per le polemiche sulla gestione
interna sia - soprattutto - per lo scandalo sollevato dalle
denunce di diverse dipendenti su casi di discriminazioni,
molestie sessuali e persino stupro o tentativo di stupro
imputati a colleghi e dirigenti uomini.
L'assemblea dei soci ha infatti approvato oggi a larga
maggioranza, con un 93% di sì fra i presenti, il piano con cui
la nuova leadership s'impegna a riformare radicalmente "la
governance, la cultura e gli scopi" dell'organizzazione: piano
su cui era stata posta di fatto la fiducia. Il via libera offre
un po' di ossigeno ai responsabili della Confederazione, che
comunque resta al centro della bufera.
Una bufera che ha portato di recente al siluramento di Tony
Danker, già influente direttore generale del sodalizio
storicamente più rappresentativo del mondo del business nel
Regno Unito, e alla sua sostituzione con una donna, Rain
Newton-Smith. La quale ha chiesto scusa per le ombre ereditate
dal passato e ha promesso una sorta di rivoluzione interna, ma
non è riuscita per ora a fermare l'emorragia di soci: segnata
dall'uscita dall'associazione o dall'autosospensione di varie
grandi imprese, imbarazzate per ragioni etiche e d'immagine.
Mentre un rapporto affidato in queste settimane a una società di
consulenza - e poi trapelato in parte sul Guardian, lo stesso
giornale che aveva alzato il velo sulla faccenda dei presunti
abusi sessuali - ha avvertito come in assenza di "una
ristrutturazione appropriata" e di successo, la Cbi potrebbe
rischiare di qui a qualche mese l'insolvenza, ossia un clamoroso
fallimento.
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