(ANSA) - VENEZIA, 25 MAR - Fiaccati dal boom degli affitti,
dalle tasse, dall'insufficiente ricambio generazionale, dalla
contrazione del volume d'affari provocato dalla storica
concorrenza della grande distribuzione e, da qualche anno, anche
dal commercio elettronico, gli artigiani stanno diminuendo in
maniera spaventosa. Lo rileva la Cgia di Mestre che registra
come negli ultimi 10 anni il numero delle microimrese tra
titolari, soci e collaboratori artigiani iscritti all'Inps è
crollato di quasi 300 mila unità, per la precisone 281.9251 . E'
un'emorragia continua, sostiene la Cgia, che sta colpendo, in
particolar modo, l'artigianato tradizionale, quello che con la
sua presenza, storia e cultura ha contrassegnato, sino a qualche
decennio fa, tantissime vie delle nostre città e dei paesi di
provincia.
Per la Cgia la chiusura di tante 'insegne' è un segnale del
peggioramento della qualità della vita di molte realtà urbane.
Le città non sono costituite solo da piazze, monumenti, palazzi
e nastri d'asfalto, ma, anche, da luoghi di scambio dove le
persone si incontrano anche per fare solo due chiacchere. Queste
micro attività conservano l'identità di una comunità e sono uno
straordinario presidio in grado di rafforzare la coesione
sociale di un territorio. Insomma, con meno botteghe e negozi
di vicinato, diminuiscono i luoghi di socializzazione a
dimensione d'uomo e tutto si ingrigisce, rendendo meno vivibili
e più insicure le zone urbane che subiscono queste chiusure,
penalizzando soprattutto gli anziani. Una platea sempre più
numerosa della popolazione italiana che conta più di 10 milioni
di over 70. Non disponendo spesso dell'auto e senza botteghe
sottocasa, per molti di loro fare la spesa è diventato un grosso
problema. (ANSA).
Per Cgia costi e on line fanno chiudere le botteghe artigiane
In dieci anni crollo delle micro imprese di 300mila unitÃ
