Il maxi taglio dell'Opec+
accompagnato dall'incubo recessione incide sulle Borse che
frenano tutte dopo il rimbalzo della vigilia. Di più Milano che
lascia l'1,52% (Ftse Mib 21.360 punti) con lo spread che sale a
243 punti e i rendimenti del Btp che hanno registrato il rialzo
più consistente (+29 punti al 4,45% il decennale) dal marzo del
2020, nel bel mezzo dello scoppio della pandemia di Covid 19.
Il listino paga anche l'avvertimento di Moody's all'Italia e
soprattutto al nuovo Governo. Senza riforme e l'attuazione del
Pnrr, è possibile un taglio del rating. A questo si aggiunge
anche la corsa del gas, con l'Ue alla ricerca di una strategia
comune per porre un freno alla corsa dei prezzi.
Sale in particolare Saipem (+8,6%) . Bene Eni (+1,59%). Tra i
titoli peggiori Hera (-5%), Pirelli e Tim (-4%). Male anche le
banche con Banco Bpm che lascia sul terreno il 3,2% e Intesa
Sanpaolo il 2,6, insieme a Fineco. Unicredit perde il 2,3%.
Tra i titolo sotto la lente Mps che cede l'1,3% mentre
l'amministratore delegato, Luigi Lovaglio, le banche del
consorzio di garanzia e i rappresentanti del Tesoro hanno fatto
il punto sull'aumento. Tra gli altri in recupero Banca Generali
(+1,6%) finita la scorsa settimana al centro di ipotesi di
stampa di una cessione da parte di Generali (-2%) a Mediobanca
(-1,65%) per finanziare l'acquisizione di Guggenheim Partners
negli Usa.
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