La Cisl chiude il XIX congresso confederale con la rielezione, all'unanimità , di Luigi Sbarra alla guida del sindacato di via Po. Il Consiglio generale, riunito a conclusione dell'assise, lo ha confermato al vertice per altri quattro anni. Sessantadue anni, da sempre impegnato nel sindacato, era stato eletto segretario generale a marzo 2021, raccogliendo il testimone da Annamaria Furlan, che allora aveva lasciato in anticipo rispetto alla fine del secondo mandato. "È un grande onore e una grande responsabilità ", dice subito dopo la rielezione al termine della quattro giorni di lavori contrassegnati dal richiamo alla partecipazione e non senza una stoccata a Cgil e Uil.
Sbarra chiede al governo di fare il "passo decisivo" per il Patto sociale che ritiene l'unica via per aprire una nuova fase e dare le risposte che servono al Paese e agli "amici" di Cgil e Uil di vedersi per chiarire le posizioni e discutere del modello sindacale e delle priorità dell'azione. Dopo che Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri hanno dato forfait alla seconda giornata del congresso e dopo la freddezza dei rapporti seguita allo strappo sullo sciopero separato del 16 dicembre scorso, il numero uno della Cisl concludendo l'assise si rivolge a loro dal palco: l'unità non si fa con i no e con le fughe in avanti, dice, sostenendo un sindacato riformista e non antagonista. "Non si può parlare di un cammino unitario e poi dire no alla concertazione, no al Patto sociale", afferma Sbarra. "Quale unità , quando si assumono in modo isolato, con grandi fughe in avanti, iniziative di mobilitazione?": il riferimento è alla manifestazione nazionale organizzata dalla Cgil "Pace, lavoro, giustizia sociale, democrazia" per sabato 18 giugno in piazza del Popolo a Roma. Ma secondo il numero uno della Cisl non si può neppure richiamare il ruolo della partecipazione e poi invocare leggi "che aboliscono le prerogative della contrattazione". Rivolgendosi anche al governo ribadisce che "non serve" una legge sulla rappresentanza (sostenuta in particolare dalla Cgil) e neanche sul salario minimo: sono materie da lasciare all'autonomia delle parti sociali, senza delegare alla politica, e nello specifico sostiene che la soluzione è estendere i contratti "maggiormente rappresentativi in ogni settore", quelli firmati da Cgil, Cisl e Uil.
I contenuti del Patto ci sono, rimarca richiamando ancora una volta la strada della concertazione e del modello Ciampi del '93: una nuova politica dei redditi per tutelare le retribuzioni e le pensioni falcidiate dall'inflazione e aumentare il potere d'acquisto, agendo anche sulla leva fiscale, riformando il sistema e tagliando le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati che le pagano "ogni anno fino all'ultimo centesimo".
E chiama anche le associazioni datoriali, incalzandole tra l'altro sull'obiettivo di rinnovare tutti i contratti.
C'è il tema delle pensioni su cui chiede al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, di riaprire "subito il tavolo politico" per cambiare il sistema e superare la legge Fornero. Le proposte unitarie, ricorda, sono in campo "da tempo" a partire dalla richiesta di uscire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi e di costruire una pensione di garanzia per giovani e donne: "Cominciamo a stringere per arrivare a soluzioni concertate, condivise". L'agenda, sottolinea il ministro, "purtroppo, è stata sconvolta dalla guerra, ma credo che quei temi vadano ripresi, messi in fila e a quei temi si debba dare una risposta.