(ANSA) - DUBAI, 23 GEN - "Datemi l'agricoltura e io vi darò
civiltà", è tra le più celebri dichiarazioni dello sceicco Zayed
bin Sultan Al Nahyan, padre fondatore degli Emirati Arabi Uniti.
E se già è una sfida trasformare il deserto in un terreno
fertile, lo è anche di più realizzare coltivazioni e allevamenti
biologici e a ridotto impatto ambientale. Ma quella della
sostenibilità e dell'indipendenza alimentare è un obiettivo che
gli Emirati Arabi Uniti vogliono raggiungere, anche attraverso
l'impegno dei produttori privati come Emirates Bio Farm, che
punta su riciclo degli scarti, produzione locale, educazione e
agriturismo per promuovere lo sviluppo agricolo del Paese. A
raccontarlo all'ANSA a Expo Dubai è Yazen Al Kodmani, il
direttore delle operazioni dell'azienda agricola bio emiratina,
che guarda anche all'esperienza italiana per poter migliorare la
propria produzione in termini di innovazione tecnologica.
Emirates Bio Farm la più grande fattoria biologica privata
degli Emirati, distribuita su 25 ettari all'interno di 100
ettari di terreno aperto ad Al Shuwaib, tra Dubai e Al Ain.
"Produciamo oltre 60 varietà di frutta e verdura e abbiamo anche
il pollame, produciamo uova tutte certificate bio", ha spiegato
Al Kodmani, che è figlio d'arte nell'agricoltura negli Emirati:
suo padre è infatti Yahya Al Kodmani, considerato tra i
principali responsabili dello sviluppo agricolo del Paese.
Secondo il responsabile dell'azienda, le sfide
dell'agricoltura nel deserto non sono molto diverse da quelle di
tante altre realtà del mondo. "Abbiamo solo climi diversi", ha
dichiarato. Ad esempio, "la scarsità d'acqua non è una sfida
solo per noi, ma per la regione e per molti paesi in tutto il
mondo oggi". Come Emirates Bio Farm, "quello che stiamo cercando
di fare per vincere questa sfida è utilizzare un'economia
circolare" nell'azienda. (ANSA).
Emirates Bio Farm coltiva nel deserto promuovendo sostenibilità
Azienda guarda all'esperienza italiana per crescere
