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Bobo Craxi, Fulvio Abbate e la gauche caviar

Baldini + Castoldi

Bobo Craxi, Fulvio Abbate e la gauche caviar

Scambio epistolare per rifondare politica col sorriso

ROMA, 23 giugno 2022, 13:16

di Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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FULVIO ABBATE BOBO CRAXI, 'GAUCE CAVIAR. Come salvare il socialismo con l'ironia' (Baldini+Castoldi, pp. 248, Euro 18,00).
    ''Carissimo Bobo, se vogliamo trovare l'inventore, il promotore, l'incarnazione, il testimonial, il volto più convincente, almeno in tempi relativamente recenti, della gauche caviar, dopo essere stati a Londra a visitare la tomba del trapassato Karl Marx, occorre raggiungere Parigi, trasferirci temporaneamente nell'Esagono. Segnatamente, dobbiamo fare visita a un signore affascinate, socialista come noi, Jack Lang, già ministro della Cultura, capelli cotonati, brizzolati, viso temprato da una perenne abbronzatura, fascino esclusivo che porta ora e sempre con sé, perfino quando appare sulla copertina di 'Paris Match'". E' tutto in questo passaggio lo spirito goliardico di un libro che scherzando scherzando getta il sasso nello stagno della politica e della cultura italiana in modo provocatorio ovviamente, come nelle corde di uno dei due autori almeno, Fulvio Abbate.
    Tutto nasce da un motivo altrettanto giocoso ovvero l'idea di aprire un 'Chiringuito' in Tunisia. Da qui inizia una corrispondenza tra Bobo Craxi e Fulvio Abbate appunto, tra il politico e lo scrittore, Hammamet e Roma, sognando Palermo, la Spagna e i luoghi della loro amicizia. Insomma l'inattualità, il vintage, di uno scambio di lettere segna lo spirito di questo libero scambio a volte sconnesso di riflessioni e ricordi sulla sinistra italiana, i suoi vizi e le sue virtù. "Penso che il nome Chiringuito - scrive Craxi - faccia troppo America Centrale, sappia di maracas, meglio Cabane, ci perdoneranno il francesismo, però non dimentichiamo che noi, grazie a quel ritrovo, celebreremo la gauce caviar e nel contempo renderemo il nostro provincialissimo omaggio alle comuni letture, nonché al motto della rivoluzione francese 'Liberté, Egalite, Fraternité', da cui tutto ebbe inizio''.
    Laici e irriverenti per vocazione, i due amici si scambiano irresistibili lettere in cui con fare colto che però non disdegna il pop (Quelli della notte tra le citazioni must) fanno a pezzi il vezzo della sinistra catto comunista, quella col cashmere, con le borse griffate. ''La sinistra è la parte più politica del paese'', scrive Craxi ed è per questo che diventa oggetto della loro analisi godibile perché racconto anche personale di due protagonisti diretti o indiretti di cinquant'anni di storia e di cultura italiana. Bellissime ad esempio le pagine in cui Bobo ricorda la passione del padre per la pittura e l'arte in generale e la sua consuetudine di trasformare in residenza d'artista la casa di Hammamet. L'idea, spiega ad un certo punto Abbate, è quella di creare ''un ircocervo'', così come facevano i surrealisti, in quel gioco che è passato alla storia come il Cadavere squisito, passandosi un bigliettino per scrivere una frase e ogni volta piegare il margine per creare un testo che fosse solo frutto della libertà e dell'istinto. Ecco sì questo libro di Abbate e Craxi è in fondo una riflessione sull'idea della libertà come a volte solo nel gioco può esprimersi fino in fondo. E non c'è nulla di più serio.
   

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