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Camon e valore degli anziani col Covid

Un pamphlet su pandemia dell'autore di 'Un altare per la madre'

 FERDINANDO CAMON, ''A OTTANT'ANNI SE NON MUORI TI AMMAZZANO'' (APOGEO, pp. 92 - 12,00 euro).
    Torna Ferdinando Camon, il difensore e cantore, al momento della sua sparizione, della civiltà contadina (basti ricordare ''Quinto stato'' del 1970 e ''Un altare per la madre'' premio Strega 1978) e lo fa con un pamphlet che, affrontando la crisi del Coronavirus, che nella sua Padova è stata particolarmente dura, se la prende con un rovesciamento di comportamenti che sembra proprio seppellire per sempre quel che restava di certi valori e una certa visione dell'uomo che avevano le loro radici appunto nella cultura contadina.
    Innanzitutto, da anziano intellettuale ottantacinquenne, se la prende con l'aver levato ai vecchi quel ruolo di punto di riferimento che avevano sempre avuto, anche come depositari e tramandatori di una sapienza fatta di conoscenze e vita, che un senso conservava ancora pure nel mondo industriale. E davanti a tante morti di anziani su cui nessuno si fa domande ''Mi interrogo con la massima onestà possibile, su questa inutilità, sulla mia inutilità'' di uomo, di vecchio, ma che continua quotidianamente a vivere, a avere reazioni e interagire col mondo, scrive Camon, aggiungendo con indignazione: ''noi 85enni abbiamo attraversato tutta la guerra , dal fascismo alla sconfitta.Io ho visto come si impicca, come si fucila, come si seppellisce. Perdendo noi 85enni l'umanità perde quella fetta di uomini che sanno una verità grandiosa e nefanda. Io so la 'verità', senza di me, senza i miei coetanei, l'umanità perde quella coscienza e diventa manipolabile''. La morte degli anziani durante la fase acuta della pandemia era vista come inevitabile perché ''a 85 anni si dà per scontato che uno sia morto da tempo, a 85 anni non ha più il diritto di vivere'', specie se si tratta di scegliere di salvare dal virus tra lui e uno più giovane. E di questo, dell'età in cui uno può venir abbandonato al suo destino, si discuteva , si leggeva sui giornali di questa tecnica dello ''scartare i deboli'', del distinguere tra le morti 'inaccettabili', perché i pazienti sono giovani e intelligenti, e le morti 'accettabili', perché i malati sono vecchi, hanno altre patologie. Con questi distinguo 'economici' della morte muore la nostra civiltà. Enea, mentre Troia brucia, prende sulle spalle suo padre che non riesce più a camminare e lo porta in salvo assieme al figlioletto Anchise, ricorda lo scrittore che questo passo dell'Eneide lo studiava a scuola, sottolineando che oggi lo avrebbe abbandonato al suo destino. Una volta si aveva rispetto e attenzione per i vecchi, mentre ora tutto questo è riservato solo ai giovani.
    Così lo scrittore ricorda di una donna di 92 anni che è sopravvissuta al Covid 19 ed ''è stata ripresa mentre brindava a letto in ospedale, circondata dai suoi salvatori. Tutti sorridente. E' un alibi potente. Che quella vecchia si sia salvata è un danno per gli anziani malati, perché sta a dimostrare che la Sanità salva, è il malato che non si salva. E se non si salva è colpa sua''.
    E poi lo scrittore affronta il tema della malattia e la morte in solitudine, cosa inconcepibile in una società contadina, isolati in mano a uomini bardati ''come marziani'' e il cui eventuale sorriso ''è nascosto dalle mascherine'', senza conforto dei famigliari, i quali a loro volta non avranno il conforto di un rito, di un accompagnamento del caro defunto, ma sapranno della sua scomparsa solo per telefono. Insomma, ricordando i valori della sua infanzia, notando per esempio che ''noi abbiamo avuto in Italia una sinistra che sapeva tutto degli operai ma non sapeva niente dei contadini'' così che la campagna oggi è ridotta a quel che è, fa queste e altre considerazioni ricostruendo e raccontando in una sorta di diario personale tutta la pandemia con la sua ferocia, il lockdown con i suoi paradossi (chi ha un cane può uscire tante volte al giorno), l'isolamento che ci ha salvato, ma, appunto, è stato una selezione. E, come si dice, dopo il mondo non sarà più come prima, definitivamente per Camon. (ANSA).
   

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