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20 anni morte Sogno, torna 'Testamento di un anticomunista'

20 anni morte Sogno, torna 'Testamento di un anticomunista'

Con nuova prefazione Cazzullo, liberiamolo dalle polemiche

ROMA, 17 giugno 2020, 10:05

Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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A vent'anni dalla morte, il 5 agosto 2020, dell'ambasciatore Edgardo Sogno, il conte piemontese che si considerava un po' il De Gaulle italiano, torna in libreria negli Oscar Mondadori 'Testamento di un anticomunista - Dalla resistenza al golpe bianco', con una nuova prefazione di Aldo Cazzullo che nel 1998 fu invitato proprio da Sogno a collaborare alla stesura delle sue memorie. Nel libro rivivono le tradizioni di una famiglia risorgimentale, la Torino fascista e quella antifascista, la guerra di Spagna, la Resistenza, ma soprattutto il progetto di quel "golpe bianco" che, negli anni Settanta, avrebbe dovuto fare dell'Italia una Repubblica presidenziale.
    Cazzullo ci restituisce il percorso di un uomo che si considerava "il punto di riferimento morale degli antifascisti non comunisti", temuto e dileggiato, la cui figura subì numerose metamorfosi, protagonista di polemiche storiche e culturali che a vent'anni dalla sua scomparsa e "ora che gli anni Settanta sembrano lontanissimi" non hanno più senso.
    "Forse è tempo di liberare la sua figura dalle polemiche e di restituirgli la complessità di una biografia straordinaria, dalle ascendenze risorgimentali della sua famiglia sino alla fine del secolo, dalla guerra di Spagna all'epopea della Resistenza, quando ogni giorno poteva essere l'ultimo. Non voglio assolverlo o condannarlo, perché non sono un magistrato; e su di lui la magistratura si è già espressa. Posso dirgli che, pur nell'asprezza che il confronto tra diversi comporta e deve comportare, gli ho voluto bene" sottolinea Cazzullo nella nuova prefazione.
    E insiste sul fatto che "quelli che ancora oggi lo raffigurano come la fragile vittima di una cospirazione non sanno di fargli il peggiore dei torti possibili". "Credo sia arrivato il momento di non tacere più nulla. Iniziando l'organizzazione militare per lo strappo al vertice sul modello gollista, io non avevo dubbi di compiere un atto dovuto", dice Sogno quando chiede a Cazzullo - e lo fa alla libreria Luxembourg, in piazza Carignano a Torino, dove si presentava un libro del giornalista su Lotta Continua - di collaborare alle sue memorie. Quelle di un uomo risorgimentale, elegante, di una cortesia d'altri tempi, fondatore dell'organizzazione anticomunista, Pace e Libertà, finanziata anche dalla Fiat, che collabora con Scelba all'anticomunismo di Stato, che scrive un progetto per quella che diventerà Gladio e che alla sua morte viene commemorato da Umberto Eco sull'Espresso, ricorda Cazzullo, "come l'eroe della sua infanzia e delle notti passate ad ascoltare Radio Londra".
    "'Lei ha scritto degli estremisti di sinistra. Perché non fa un libro anche sull'altra faccia degli anni Settanta? Su quello che succedeva a destra?' mi chiese", ricorda Cazzullo che conserva ancora i dattiloscritti corretti di suo pugno da Sogno in cui il conte aveva risposto per iscritto alle domande sul golpe fallito. Nella nuova prefazione viene anche sottolineato come, prima di lasciare la scena, il conte Edgardo Sogno Rata del Vallino più che una confessione abbia voluto "lasciare una rivendicazione". Considerato in quegli anni una vittima dei comunisti e della sinistra a cui non perdonava di non avergli riconosciuto il suo ruolo nella Resistenza, Sogno "moriva dalla voglia di far sapere al mondo che lui non era una mammoletta, un debole, un indifeso. Che i comunisti li avrebbe volentieri confinati su un promontorio sardo. Che avrebbe fatto dell'Italia, con l'appoggio dei militari, una Repubblica presidenziale sul modello gollista" spiega l'autore del libro che ci restituisce l'atmosfera sociale e politica ma anche quella che si respirava nella casa da romanzo di Sogno con teste di cervi dalle corna imponenti, passaggi segreti, la spada di Carlo Alberto, dono di nozze della marchesa Visconti e i reperti orientali di quand'era ambasciatore in Birmania ma avrebbe voluto essere a Saigon, dove aveva chiesto di essere nominato nel pieno della guerra in Vietnam.
    Nel libro anche una piccola scelta di foto tra cui una di Sogno con Aldo Moro, un'altra con Ronald Reagan alla Casa Bianca e una insieme a Nelson Rockefeller.
   

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