Dopo l'anteprima italiana al Bif&st
di Bari e al Bergamo Film Meeting, "Bella ciao - Per la liberta'
", film documentario della regista bolognese Giulia Giapponesi,
arriva nelle sale cinematografiche solo l'11, 12 e 13 aprile
distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection
e il 22 aprile su Rai 3.
Da inno dei partigiani a canzone di lotta delle nuove
generazioni di tutto il mondo, hit dei piu' famosi artisti
internazionali e colonna sonora della serie televisiva "La casa
di carta", Bella ciao ritorna anche nei giorni della guerra in
Ucraina: la cantante folk ucraina Khrystyna Soloviy ne ha
riadattato il testo.
"Per la liberta' , oltre che parte del titolo del film, sono le
ultime tre parole della canzone - spiega la regista - ed e'
proprio questa la vera essenza, perche' Bella ciao oggi e' uno
strumento in mano a tutti quelli che reclamano per la propria
liberta' e per un diritto. Non e' piu' solo la canzone
antifascista per eccellenza, ma per esempio nel Donbass e'
usata dai filorussi e dagli ucraini. È stata utilizzata dai
no-vax e da quelli a favore, insomma e' una canzone che
soccorre le persone che si sentono in difficolta' o calpestate
della propria dignita' ".
A quasi un secolo dalla nascita, la forza di Bella Ciao, con
oltre un miliardo di visualizzazioni online la canzone italiana
più ascoltata nel mondo negli ultimi anni ,non si arresta. Nel
suo film (coprodotto da Palomar, Rai Documentari e Luce
Cinecitta' con il sostegno dell'Emilia-Romagna Film Commission
e con il contributo di BPER Banca e I Wonder Pictures) Giulia
Giapponesi racconta i misteri, la genesi (si fa risalire ad un
canto francese del '500 addirittura) e la storia della canzone,
in ben 40 versioni, un canto inarrestabile, patrimonio
dell'umanita' nelle lotte per la liberta' . "L'idea alla base
del film - aggiunge Giapponesi - nasce dalla necessita' di
ristabilire il percorso biografico di Bella Ciao alla luce del
suo essere diventata canzone internazionale. Una necessita' che
diventa piu' urgente in questo momento storico di passaggio,
dove la Memoria della Seconda Guerra Mondiale, raccontata dalla
viva voce di chi ha vissuto l'occupazione nazifascista, lascia
il passo alla Storia, intesa come racconto del passato
attraverso le fonti documentali".
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