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Moro, 'sono quello che sono anche grazie agli errori'

Moro, 'sono quello che sono anche grazie agli errori'

Un nuovo Ep. "Ma penso al prossimo film. Sul set a settembre"

ROMA, 19 maggio 2023, 19:35

di Claudia Fascia

ANSACheck

Fabrizio Moro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fabrizio Moro - RIPRODUZIONE RISERVATA
Fabrizio Moro - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Non ho mai dato retta a nessuno, ma se lo avessi fatto avrei tribolato molto meno nella vita e nel lavoro. Ho fatto scelte sbagliate, passi falsi: sono stato sulla cresta dell'onda e sono precipitato giù, ho conosciuto gli alti e i bassi. Ma ognuno ha la sua storia e tutto quello che ho fatto nel bene e nel male mi ha permesso di essere come sono oggi". Fabrizio Moro, a 48 anni, non rinnega niente, errori compresi. "Come artista, ma soprattutto come uomo, è giusto aver fatto anche quelli". Il cantautore romano, che nel 2007 ipnotizzò Sanremo con il brano Pensa grazie al quale vinse tra le Nuove Proposte ("A rifletterci oggi fu qualcosa di eclatante, a spingermi fu la forza della disperazione. Con il successo che arrivò dopo persi un po' la bussola, una delle volte in cui la persi"), dopo il tour teatrale che lo ho portato in giro per l'Italia, e in cui si è raccontato a cuore aperto come non hai mai fatto ("ed è stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto: raccontare nel silenzio la mia vita") è uscito con l'Ep La mia Voce vol. 2 e in radio con il singolo Dove (Fattoria del Moro - Distr. Warner Music Italy). "Questo secondo capitolo doveva uscire già da un po', le sei canzoni erano state scritte insieme a quelle del primo, durante la pandemia. Poi c'è stato il festival di Sanremo dell'anno scorso, Ghiaccio il mio primo film da regista che ha avuto un'accoglienza e un successo insperato, un tour più lungo del previsto. E i tempi si sono inevitabilmente allungati. Tanto che nel cassetto c'è già un altro album pronto che uscirà l'anno prossimo, e soprattutto un altro film sempre con Alessio De Leonardis che a settembre iniziamo a girare". Quindi Moro, come altri suoi colleghi musicisti, si è lasciato affascinare dalla cinepresa. "In fondo la metodologia di espressione è la stessa. Mi piace che ciò che creo prenda vita nei personaggi in scena. Anche stavolta, come per Ghiaccio, abbiamo ambientato il film a Roma, ma ai giorni nostri". Ma abbandonare la musica per il cinema al momento non è un obiettivo. "No, no. Anzi. Magari prima o poi torno anche al festival di Sanremo. Anche se un po' il confronto generazionale comincia a spaventarmi. Io vado lì, a cantare, senza l'autotune, vestito bene, e poi arriva qualcuno a sparigliare le carte, che punta tutto su altro che non sia la musica. E boh...". Certo è che lui da tempo non si riconosce più nel mondo discografico di oggi fatto di like, stream, visualizzazioni, algoritmi che creano canzoni ad hoc per i social. "Questo non è successo, quello vero lo vedi negli anni. Devi imparare a viverlo 'sto mestiere, a costruirlo giorno dopo giorno. Se non lo fai, ti crolla addosso e ti schiaccia. Ormai si è persa la meritocrazia e credo che dovrebbero esistere classifiche diverse per i ragazzini che diventano fenomeni da social in un giorno e per gli artisti più grandi, come me i cui fan neanche ci vanno su TikTok ad esempio".

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