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Scoperto fondo del compositore e organista Vincenzo Petrali

Scoperto fondo del compositore e organista Vincenzo Petrali

A Bergamo da parte dello studioso bolognese Matteo Messori

BOLOGNA, 09 febbraio 2023, 13:14

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nato a Crema il 22 gennaio 1830 e morto a Bergamo il 24 novembre 1889, Vincenzo Petrali è un musicista pressocché sconosciuto anche agli addetti ai lavori; eppure si tratta del più importante organista italiano dopo il ferrarese Girolamo Frescobaldi e prima del bresciano Marco Enrico Bossi. Il nome di Vincenzo Petrali sta per tornare alla ribalta grazie al lavoro di ricerca dell'organista e clavicembalista bolognese Matteo Messori (insegnante ai Conservatori di Venezia e Bergamo) che ha scoperto nella Biblioteca Civica di Bergamo un grosso fondo finora mai catalogato, ignoto anche a musicisti e studiosi, contenente gli autografi del compositore cremasco.
    Il frutto di queste ricerche, iniziate nell'aprile del 2021, è confluito in un'edizione moderna delle musiche per organo di Petrali, riunita in quattro fascicoli, in uscita dalla casa editrice e discografica Da Vinci Edition. In questo biennio di minuzioso lavoro, Messori ha portato alla luce anche notizie biografiche e curiosità di quello che era definito "il principe degli organisti" che godeva della stima nientemeno che di Gioachino Rossini che lo chiamò al suo fianco a Pesaro come primo professore di organo del Conservatorio. Fu proprio in quel periodo, nel 1885, che l'istituzione pesarese si dotò di uno dei primi e più grandi organi da concerto (con tre tastiere e pedaliera e una settantina di registri) costruiti in Italia: Matteo Messori ha scoperto tutta la musica scritta per l'inaugurazione di quel grandioso strumento (tra cui uno dei primi omaggi fatti in Italia a Bach, in un'epoca in cui il compositore tedesco era assai poco conosciuto e raramente eseguito nel nostro Paese) e che a breve sarà disponibile.
    "Petrali - spiega Messori - era anche eccellente pianista, violinista, violista, violoncellista e contrabbassista (suonava in quartetto con Alfredo Piatti e Antonio Bazzini ed era cugino del più celebre contrabbassista di sempre, Giovanni Bottesini), nonché grande esecutore di strumenti a fiato. Come direttore e compositore per banda, alcuni studiosi lo considerano l'autore dell'inno dell'Internazionale Socialista, forse plagiato da una sua precedente composizione, la marcia Orobia".
   

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