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Muti, oggi sembra di vivere nei Masnadieri

Musica

Muti, oggi sembra di vivere nei Masnadieri

Concerto-evento a Bergamo. 'Con i teatri chiusi si uccide culturalmente una generazione''

ROMA, 11 marzo 2021, 12:48

dell'inviata Elisabetta Stefanelli

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Muti, oggi sembra di vivere nei Masnadieri - RIPRODUZIONE RISERVATA

Muti, oggi sembra di vivere nei Masnadieri - RIPRODUZIONE RISERVATA
Muti, oggi sembra di vivere nei Masnadieri - RIPRODUZIONE RISERVATA

BERGAMO - ''A quale Opera somiglia il periodo che stiamo vivendo? Io direi i Masnadieri di Verdi, siamo circondati dai masnadieri. Poi per carità, non sono tutti così, c'è anche qualcuno che si salva, ci sono pure persone in gamba''. E' raggiante e come al solito sferzante il maestro Riccardo Muti, che ha appena finito di registrare a Bergamo, con i ragazzi dell'Orchestra Cherubini, il concerto evento che sarà trasmesso in streaming il 21 marzo, giorno della Primavera e della rinascita in cui crede molto infondendo a tutti la sua energia. ''Bergamo è stata ed è anche ora - aggiunge il maestro - simbolo della tragedia: per questo abbiamo eseguito la sinfonia Eroica di Beethoven, era un omaggio dovuto. E' la sinfonia che abbiamo dedicato ai luoghi delle grande tragedie", spiega.

A Bergamo e al Teatro Donizetti, del resto, Muti è particolarmente legato. ''E' qui che non ancora direttore d'orchestra diressi per la prima volta un concerto, era il 1966 e 'muovevo il braccio', come diceva il mio maestro, esercitandomi con l'orchestra Vít Nejedlì della Gioventù Musicale di Praga. Poi nel 1967 vinsi il concorso. Io mi esercitai muovendo il braccio, ma dirigere un concerto è un'altra cosa. Dopo Bergamo saremo al Mercadante di Napoli e poi al Massimo di Palermo, città che amo molto''. Il maestro rende omaggio alla città segnata dal Covid ma anche alla musica e ai teatri che rimangono ancora dolorosamente chiusi, anche se si è ipotizzata la riapertura per il 27 marzo. ''I teatri vanno riaperti e basta, perché sono i luoghi più sicuri' - sottolinea il maestro - e perché, non mi stanco di dirlo, stiamo uccidendo una generazione dal punto di vista culturale. A teatro si sta distanziati, non si parla durante la rappresentazione, i posti sono assegnati e numerati. Perché non lo vogliono capire? Bisogna aprire i teatri non solo per il lavoro, e non lo dico per me che lavoro lo stesso, ma perché si toglie cibo spirituale alle generazioni future. Così si porta l'Italia allo sbaraglio. Questo significa portare una intera generazione alle sbaraglio, è la morte psichica di una società''. Aggiunge Muti, ''in Spagna i teatri non sono mai stati chiusi, come mai? Io capisco le precauzioni, non sono un superficiale, ma i teatri vanno riaperti''.

A chi gli chiede se una soluzione potrebbe essere vaccinare gli artisti, risponde: ''Sono d'accordo sul fatto che vadano vaccinati tutti - aggiunge parlando alle telecamere di Rainews24 - il prima possibile. Io, data l'età, ho fatto regolarmente la prima dose, non l'ho rubato a nessuno, e a fine mese farò la seconda'', dice Muti che si è vaccinato anche per affrontare il viaggio in Giappone ad aprile e i tanti impegni che lo attendono. Dopo le lezioni all'Accademia di Tokyo su Macbeth, a maggio sarà la volta di una tournée con i Wiener Philarmoniker che partirà da Ravenna, per toccare Milano e Firenze. Poi ad agosto il maestro tornerà a dirigerli a Salisburgo come ogni anno, mentre a settembre a Ravenna sarà protagonista del concerto che chiuderà le celebrazioni dei 700 anni di Dante Alighieri. ''A quel punto - spiega Muti - spero di poter tornare a Chicago per riaprire la stagione che abbiamo programmato da mesi con la mia Chicago Symphony Orchestra''.

L'appuntamento al Donizetti è un dono di BPER Banca alla città e il concerto, in programma la Sinfonia del Don Pasquale e l'Eroica di Beethoven, sarà trasmesso sul sito di BPER Banca e su ravennafestival.live. Quello di Bergamo è il primo dei tre concerti di una mini tournée organizzata da Ravenna Festival che farà tappa a Napoli e Palermo. I concerti saranno in streaming gratuito rispettivamente il 21, 26 e 28 marzo, anche su Ansa.it nell'ambito del progetto ANSA per la Cultura. Anche questa volta, però, Riccardo Muti deve dirigere la Cherubini in un teatro desolatamente chiuso. ''A Capodanno ho diretto il tradizionale concerto in una sala vuota, ma lì c'erano 50 milioni di persone che ci seguivano in diretta. Sì, perché è andato in diretta ovunque tranne che in Italia, chissà forse perché c'era un maestro italiano''.

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