Un ballo in maschera a Venezia, ecco
cosa ha ispirato Giorgio Armani nella sua nuova collezione Privè
per la Primavera/Estate 2023 presentata a Parigi. Un tripudio
di ricami di paillettes, jais, canottiglie e cristalli, di
losanghe arlecchiniane e di collari a gorgiera, ricoperti di
decori che riflettono le luci, come la laguna veneziana fa con
le stelle. Tutto l'opposto del proverbiale minimalismo armaniano
che vuole "togliere" piuttosto che "aggiungere" qualcosa ai suoi
capi. "Il luogo dell'immaginazione che accoglie questa fantasia
Privé, a cui ho dato il nome di Rondò Armaniano - spiega lo
stilista 88enne, rispondendo ad alcune domande scritte e
rinunciando alla sua consueta conferenza stampa nel back stage -
è un ballo in un palazzo rococò, con le luci moltiplicate dalle
rifrazioni di cristalli e candelieri. Sono noto come un
realista, un pragmatico della moda, ma ho anche un lato più
eccentrico e fantasioso. Le losanghe, infatti, passano dagli
abiti alla passerella, avvolgono tutto e la musica di sottofondo
amplifica l'effetto".
Le luci della Laguna in passerella. "La mia nuova collezione -
prosegue Re Giorgio - è particolarmente preziosa e luminosa. Ho
lavorato sulla silhouette, che è lunga, fluida, con giacche
piccole, gonne ampie, abiti verticali, ma tutta l'attenzione di
questa stagione è sulle superfici ricamate e sul gioco delicato
dei colori. L'idea della luce continua nelle piccole gorgiere
bianche che incorniciano il volto, un dettaglio che aggiunge un
tocco di grazia".
La palette della nuova collezione è davvero straordinaria.
Motivi di losanghe ispirate a un dipinto di Arlecchino ritmano
le superfici con geometrie colorate di rosa peonia, turchese,
verde smeraldo, blu royal. "Il senso cromatico nasce da un
dipinto che raffigura Arlecchino - rivela Armani - e che coglie
di questo personaggio l'aspetto composto, più che burlone. Ne ho
preso ispirazione per creare una palette precisa, in cui i
colori non sono mai saturi, e le linee nere sono come tratti a
matita che definiscono gli abiti. E poi le losanghe, che mi
consentono di creare composizioni molto vive.
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