FRANCESCO DEZIO, LA MECCANICA DEL
DIVANO (Ensemble, pp.288, 15 euro). Due operai pugliesi
lazzaroni e simpatici che fabbricano divani per tutte le classi
sociali, senza pensare minimamente a sindacalizzarsi e a
ribellarsi contro il sistema; un imprenditore del settore
arredamento che si fa chiamare il "boss dei divani" e che li ha
assunti nella propria azienda. Tra di loro il vero e proprio
padrone, il Mercato, che tutto regola. E' un romanzo
provocatorio, spassoso e nichilista che racconta il mondo del
lavoro all'epoca della globalizzazione economica e ideologica
quello di Francesco Dezio, dal titolo "La meccanica del divano",
edito da Ensemble. Mescolando dialetto pugliese, gergo aziendale
e linguaggio dei social, e popolando il romanzo di personaggi
ben caratterizzati (tra cui anche il Mercato, che dialoga
incessantemente coi protagonisti in carne e ossa e li aizza
verso il profitto, e una folla di voci che sembrano parte di un
coro come amministratori delegati, spin doctor, influencer,
organi di stampa asserviti), l'autore rinnova il genere della
letteratura del lavoro partendo dalla convinzione che anche gli
operai e gli imprenditori non sono più quelli che erano un
tempo: non si può infatti sperare nella rivoluzione in un mondo
in cui coloro che lavorano e coloro che danno lavoro sono
entrambi dei vinti. Al Salone del Libro di Torino, il romanzo
verrà presentato lunedì 18 ottobre alle 16.30 (Sala Ambra):
interviene l'autore con lo scrittore e saggista Giuseppe
Culicchia.
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