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Il Campiello Zannoni, il cambio della guardia arriverà

Il Campiello Zannoni, il cambio della guardia arriverà

27 anni, è il più giovane vincitore nella storia del premio

VENEZIA, 04 settembre 2022, 17:30

di Mauretta Capuano

ANSACheck

Bernardo Zannoni, vincitore del Campiello - RIPRODUZIONE RISERVATA

Bernardo Zannoni, vincitore del Campiello - RIPRODUZIONE RISERVATA
Bernardo Zannoni, vincitore del Campiello - RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA - Non solo ha trionfato a sorpresa, ma ha raggiunto il record del più giovane vincitore di sempre del Premio Campiello Bernardo Zannoni, 27 anni, premiato il 3 settembre al Gran Teatro La Fenice di Venezia per 'I miei stupidi intenti' (Sellerio). Il romanzo, in cui racconta la storia della faina Archy che guadagna la coscienza, ha avuto 101 voti sui 275 della giuria dei Trecento Lettori Anonimi, nella sessantesima edizione dell'ambito riconoscimento degli industriali del Veneto. "Mi scombussola e mi riempie di gioia. Una gioia che fatico a calcolare. Capirò se la mia vita è rovinata o cambiata al 100%.

Sono molto contento ovviamente. Sto ancora raccogliendo un po' i pezzi che si sono infranti sul palco quando hanno detto il mio nome. Al momento sono in questa fase di limbo in cui fatico a capire anche le cose più elementari. Non capisco dove sto andando, non è male" dice all'ANSA Zannoni il giorno dopo la vittoria, in partenza da Venezia. Di Sarzana, in Liguria, dove vive, Zannoni, con la sua testa di voluminosi capelli ricci, non è mai stato uno studente modello. Ha fatto il liceo classico e non aveva nessuna intenzione di continuare con gli studi, ma spinto dalla madre ha superato un test di ingresso alla Scuola di scrittura creativa della Holden di Torino dove ha conosciuto lo scrittore Marco Missiroli che "è diventato un mio carissimo amico". Zannoni si è sempre mantenuto con diversi lavori: ha fatto il facchino, il cameriere, riparato barche e suonato per i locali, con la chitarra e l'armonica a bocca, improvvisandosi cantautore. E ha sempre scritto, poesie, sceneggiature canzoni, le cose che gli "passavano per la testa, per divertimento", anche per riuscire un po' a sfogare quello che aveva dentro. A 21 anni ha cominciato a scrivere 'I miei stupidi intenti', poi lo ha interrotto per un documentario su Paolo Emilio Gironda, un artista di Sarzana, scomparso prematuramente, e ripreso nel 2014. Gli fa piacere che si siano potute sparigliare un po' le carte con la sua vittoria. "Significa che il premio funziona, che una giuria di 300 persone non mente, si sa mettere d'accordo". In un Paese per vecchi, certo non proprio per giovani come l'Italia, dice "che il cambio della guardia prima o poi arriverà. Spero che quelli che verranno dopo non siano già vecchi da mantenere questa definizione. Io mi auguro di rimanere libero, onesto con me stesso e con chiunque mi dia credito" spiega.

Archy, la faina protagonista del libro, che - ci tiene a dire - "non è un romanzo pienamente di formazione", è orfana di padre, viene barattata dalla madre per una gallina e mezzo e consegnata a una vecchia volpe, Solomon, che è piena di segreti. Ma perché ha scelto il mondo degli animali e della natura? "Tutto è partito come qualcosa di divertente, un gioco. Ho cominciato a scrivere pensando a un bosco e gli animali mi sembravano da principio qualcosa di più semplice da trattare.  Poi, come ho capito dopo, gli animali hanno qualcosa di superiore agli esseri umani: hanno il potere di riuscire a dire cose incredibili con poco. Certe domande come conoscere Dio, la morte e la scrittura sono limpide attraverso i loro occhi. Gli animali forse ci attirano perché sono sempre imprigionati in una condizione che abbiamo perso quando abbiamo guadagnato una coscienza, che è quella di essere sempre nel presente".

La letteratura e la lettura sono per Zannoni "una maniera per mettere in gioco noi stessi sulle parole di qualcun altro. E' una specie di mettersi allo specchio e farsi guidare". Di influenze letterarie, ma viene prima il cinema dei libri, ne ha avute veramente tantissime. "Ho scritto in cento stili diversi, dalle mille parole di Hugo al testo più asciutto che mi è venuto un po' da Carver e un po' da Agota Kristof, che mi ha veramente aperto un mondo. Sono stato ispirato da tutto quello che 'ho mangiato', dalla musica, dal cinema". 'I miei stupidi intenti' diventerà un film? "Mi piacerebbe, con i giusti mezzi e con delle belle idee. Non ho ancora avuto proposte, ma sono assolutamente aperto". E un nuovo libro? "Su questo argomento mi metto in un silenzio, che può voler dire tutto o niente. Se c'è, si vedrà" racconta lo scrittore che sarà al Festivaletteratura di Mantova l'8 settembre e, come da tradizione, il 14 settembre sarà alla serata inaugurale di Pordnonelegge. 

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