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Lidia Ravera, ''La vecchiaia è libertà''

Lidia Ravera, ''La vecchiaia è libertà''

Intervista alla scrittrice che pubblica ''Age Pride''

ROMA, 06 marzo 2023, 19:24

(di Micol Graziano)

ANSACheck

LIDIA RAVERA, 'LA VECCHIAIA � LIBERT� ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

LIDIA RAVERA,  'LA VECCHIAIA � LIBERT� ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
LIDIA RAVERA, 'LA VECCHIAIA � LIBERT� ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Age Pride", pubblicato da Einaudi (pp. 112 , euro 13), è il nuovo libro di Lidia Ravera. Un saggio graffiante - che si rifà alla tradizione letteraria francese -; un inno alla terza età o "terzo tempo", come Ravera ama chiamare questa fase della vita; anni che definisce pieni di "fascino e libertà". E auspica che in futuro venga istituito un Ministero delle Politiche senili.
    Lidia Ravera, quando e perché ha deciso di scrivere "Age Pride"? L'ho deciso quando ho scoperto che perfino io, nonostante mi occupi del terzo tempo da decenni, in una tavolata in cui tutti chiacchieravano della vecchiaia avendo cinquant'anni, cercavo di buttare sul tavolo un altro argomento...di cambiare musica...perché neppure io ero immune da quella stupida forma di vergogna...Mi vergognavo di aver vissuto a lungo e intensamente, invece di esserne orgogliosa.
    Simone de Beauvoir diceva che "la vecchiaia resta un segreto vergognoso, un soggetto proibito". Oggi è ancora così? Sì, purtroppo, con la differenza che dura molto di più. Circa trent'anni, prima si moriva prima. Adesso bisogna attrezzarsi per un lungo e fiorito terzo tempo.
    L'Italia non è "un Paese per vecchi"? L'Italia è in mano ad una classe politica dalla vista corta. Non hanno capito che i cosiddetti anziani sono il 24 per cento dell'intera popolazione italiana. Che stanno mediamente bene. E non hanno nessuna voglia di scomparire, sono una risorsa, i grandi adulti, non un problema. Ma possono diventarlo, un problema, se si continua ad ignorarli. In fondo sono la generazione del femminismo, del '68. Attenti, appassionati, con la vocazione del contestatore.
    Perché il titolo del libro è in inglese? Volevo richiamare il Gay Pride, per sottolineare sia il coraggioso 'coming out' che la natura politica del problema: ci sarà una giornata dedicata ai vecchi? E una manifestazione di piazza per pretendere rispetto e diritti? Nel suo libro scrive "Continuiamo a crescere di numero. E non solo di numero. Siamo una forza. E siamo un problema politico".
    In che senso gli anziani sono un "problema politico"? Siamo tanti, siamo per larga parte una generazione di non riconciliati. Molti di noi vivono in condizioni di estrema povertà, molti altri sono infelici perché si sentono discriminati e stigmatizzati. La politica è la scienza del possibile, no? La politica ha per obiettivo la serenità e la salute dei cittadini e delle cittadine, o no? Certo che la mutazione demografica è un problema politico, che cosa se no? I giovani hanno letto "Age Pride"? I giovani sanno bene che se non muori giovane, vecchio o vecchia lo diventi. Li vedo più interessati dei loro genitori. Nella rivista 'DWF' sono state le trentenni a chiedere un numero speciale che parlasse della vecchiaia, non le sessantenni, che si sono anzi opposte.
    Ai giovani è piaciuto "Age Pride"? Sì, molto. L'idea che si possa vivere una vita che duri tutta la vita, piace molto.
    Perché non le piace la parola "anziani"? È brutta. Finta. Discriminatoria. Mi piace 'grandi adulti', oppure 'nuovi vecchi'.
    La vecchiaia può essere un'opportunità? La vecchiaia è una parte della vita, dipende da te che sia un'opportunità e non un tempo vuoto.
    Come vincere la paura di invecchiare? Lottando contro gli stereotipi che avvelenano una fase della vita piena di fascino e di libertà.
   

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