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Libri: storia della ricchezza e l'avvento dell''homo habens'

Libri: storia della ricchezza e l'avvento dell''homo habens'

Il debito condiziona l'economia ma è la ricchezza il motore

ROMA, 25 febbraio 2023, 19:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Citazioni e testi accademici non devono spaventare: sono la chiave d'accesso, un codice Enigma per entrare nel mondo ironico, colto e divertente di Maurizio Sgroi, autore di "LA STORIA DELLA RICCHEZZA. L'avvento dell'Homo Habens e la scoperta dell'abbondanza". Sono 412 pagine, 22 euro, edite da DIARKOS e ancorate alla storia e all'economa dall'analisi dei classici e dalle leggi matematiche, con giochi di parole e aneddoti dettati dalla freschezza dell'uomo digitale e dalla profondità del ricercatore analogico. Intorno ad un tema: da Uruk alle criptovalute, dai regni dell'Accadia a Gordon Gekko, 'Avere e Potere' vanno di pari passo dando vita alla storia dell'Uomo, plasmandola e modificandola seguendo chi di volta in volta ha in mano il credito, ovvero la ricchezza.
    Poiché la tesi più affascinate portata avanti da Sgroi è che la critica sociale porta i poveri ad entrare nella storia. Il quarto stato diventa protagonista nelle civiltà occidentali.
    Dopo le società della miseria, o più primitive, dove governano solo i ricchi, le diverse rivoluzioni borghesi, l'"adolescenza del capitalismo" nel Seicento olandese e nel Settecento francese portano alle comunità organizzate dalla ricchezza, nelle quali a governare sono 'anche i ricchi' e non più soltanto loro'. Il benessere ambito e i mercanti portano dalla tirannide alla democrazia. Insomma, per dirla con Montesquieu, citato nel volume, "mentre gli spagnoli possedevano l'oro e l'argento inglesi e olandesi trovano il modo di svalutare entrambi: fondano banche e compagnie e con nuovi artifici moltiplicano a tal punto i segni delle merci che l'oro e l'argento li denominano solo in parte". Il preludio ai derivati e tutto ciò che ne consegue? L'ingresso nella moderna economia esige dinamismo delle élite e delle classi dominanti, osserva Sgroi.
    E' un libro di storia, per gli amanti della materia e dell'economia ma soprattutto per chi vuole iniziare a comprenderli da un punto di vista non legato alla narrazione comune. Come quantificare la ricchezza insita nel tempo libero o misurare il prezzo della libertà in società sempre più evolute e interconnesse. Nel volume si parla del mondo, in particolare dell'Occidente, nato dall'incrocio della cultura classica con il monoteismo ebraico-cristiano, dove la ricerca della libertà religiosa condiziona non poche mutazioni nei protagonisti del capitalismo. Per finire nell'epoca della globalizzazione, perché "saremo globali o non saremo". E al Vecchio Continente è dedicato anche il postscriptum, un "memento Europa" in cui si ricorda il travagliato percorso attraverso il medioevo, la nascita degli stati nazionali, l'avventurosa strategia di Bismarck. "L'Europa di domani, potrebbe somigliare alla Germania del cancelliere di ferro. E un'Europa 'germanizzata', per dirla con Thomas Mann, deve sempre ricordare la propria storia per non commettere per la terza volta il suo errore fatale". "Dobbiamo investire ogni cosa, compresa la nostra ricchezza, faticosamente conquistata, nella creazione di un futuro migliore per sempre più persone". Questo è il senso, l'"unico possibile" della storia della ricchezza. Con questo comandamento morale: redistribuirla e aumentarne il valore, ovvero le fondamenta per un mondo in progresso, più inclusivo, più prospero. Almeno fino a quando non ci sarà un sistema migliore per realizzarlo.
   
   

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