(dell'inviata Mauretta Capuano)
Ha negli occhi la preoccupazione e
il dolore ma anche la speranza, Iryna Yezhela, caporedattrice
della casa editrice Ranok di Karkhiv da dove è scappata con il
suo gatto, lasciando il marito, che si è arruolato
nell'esercito, e i suoi genitori.
"Mio marito non posso dire dov'è per questioni di sicurezza. Lui
cerca di tenermi calma e dice che ce la faremo, che
sopravviveremo, che continueremo la nostra lotta per
l'indipendenza e riusciremo. Sta cercando di rassicurarmi. Ho
letto le notizie di oggi come tutti delle bombe su Karkhiv.
Sono tutti molto scoraggiati, è un'altalena, speranze paura,
terrore e poi ritorno di speranze. Molti sono diventati
volontari, cercano di fare il loro meglio per ritornare alla
pace" racconta all'ANSA Iryna Yezhela, che ora sta in Olanda,
ospitata da amici, e oggi è al Salone del Libro di Torino,
ospite speciale di un evento 'Da Kharkiv un libro
italiano-ucraino per costruire ponti' organizzato da Il Castoro
che ha pubblicato 'Il custode del bosco' con doppio testo
italiano-ucraino.
"Sono estremamente preoccupata. Sono nata nella Regione del
Doneck dove ho passato la mia infanzia. Abbiamo speranze di pace
ma quello che vedo è di segno contrario Sento dire che questa
guerra durerà ancora un anno. Spero che entro la fine del 2022
si arrivi a una risoluzione del conflitto, ma sta di fatto che
l'Est in questo momento è occupato e anche il Sud dell'Ucraina e
quindi è difficile fare previsioni" spiega la caporedattrice di
Ranok che significa aurora.
"E' una delle più grandi case editrici dell'Ucraina. Karkhiv è
una delle capitali ucraine dell'editoria, Mi ricordo come tutto
è cominciato il 24 febbraio. Alle 5 del mattino ci siamo
svegliati con delle esplosioni e l'intero edificio stava
tremando. Non avevamo un piano, abbiamo preso tutto quello che
potevamo. Non ci aspettavamo assolutamente quello che è
successo. All'inizio pensavamo di rifugiarci nella
metropolitana, ma poi abbiamo preferito andare a casa di parenti
che hanno un seminterrato. All'inizio della guerra c'erano
grandi difficoltà di comunicazione, non funzionava Internet e la
connessione telefonica. Pensavamo che tutto si sarebbe risolto
in una specie di guerra lampo, in due tre giorni tutto sarebbe
finito. Le cose invece sono peggiorate con bombardamenti sempre
più intensificati. A quel punto io e mio marito abbiamo pensato
di abbandonare Karkhiv con i treni di evacuazione, una cosa
molto pericolosa perché sapevamo di essere possibili bersagli"
racconta Irina e si commuove, non riesce a trattenere le
lacrime. "Eravamo a Kiev quando hanno cominciato a bombardare i
convogli ferroviari. Abbiamo potuto soltanto stenderci tutti a
terra. E' stata l'esperienza più terrificante che abbia mai
vissuto. Il convoglio è riuscito a proseguire verso Leopoli e
mio marito ha detto, per favore attraversa la frontiera, esci
dall'Ucraina, c'erano razzi ovunque. Lui è rimasto e si è
arruolato nell'esercito. C'è la legge marziale quindi gli uomini
devono combattere. Io ho trovato rifugio temporaneo da amici in
Olanda, adesso è la mia base" dice Irina, che vuole tornare in
Ucraina. "E' la mia terra, mi manca tantissimo. Adesso ho un
tetto ma siamo ucraini ed è li che vogliamo tornare. Non ci
aspettavamo davvero quello che è accaduto".
'Il custode del bosco' non è potuto uscire in Ucraina. "Ranok ci
aveva pensato all'inizio del 2022. Volevamo presentarlo
all'Arsenal di Kiev che è una grande fiera del libro, simile a
quella di Torino. E' Un libro di immagini su un ragazzo, su un
mondo pacifico e speriamo si possa tornare a questo" dice Irina
mostrando le immagini di un panorama rasserenante contenute
nell'albo.
L'albo è uscito però in Italia con doppio testo e il ricavato
andrà all'Associazione Refugees Welcome Italia. "E' un gesto
politico, simbolico" aggiunge. Arrivato in poco tempo alla
seconda ristampa, con già 2.500 copie vendute -spiega Renata
Gorgani, direttore editoriale de Il Castoro - è una storia di
natura, tranquillità e pace che è quello di cui i bambini
ucraini hanno bisogno"
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