(di Micol Graziano)
(ANSA) - ROMA, 26 MAR - EMMANUEL CARRÈRE, 'V13' (ADELPHI, PP.
267, EURO 20)
Lo scrittore americano Truman Capote riteneva il romanzo
classico non sufficiente a riflettere sull'orrore e le
sanguinose realtà che affliggevano la società contemporanea.
Emmanuel Carrère, fra gli intellettuali più autorevoli di oggi,
accoglie quella tradizione di pensiero e in 'V13' compie un
viaggio negli abissi, nelle radici dell'odio, nelle assurdità di
un'umanità feroce, smarrita, sgretolata. Come riportare
l'indicibile? L'unica forma giusta sembra essere quella della
cronaca nuda e cruda, ha ribadito lo scrittore francese ospite
di Libri Come a Roma.
Carrère che pure ha scritto favolosi esempi di fiction, si pensi
al claustrofobico 'I Baffi' (Adelphi) - si considera puro
scrittore di non-fiction, e dà al giornalismo, al reportage,
pari dignità della letteratura, non a caso tra i suoi autori
preferiti c'è il premio Nobel Svjatlana Aleksievič.
La cronaca giornalistica è, secondo Carrère, una forma
altrettanto aulica di narrazione; la differenza? Sta soltanto
nella quantità delle parole, perché un articolo, per ragioni di
spazio, è necessariamente più breve di un romanzo o di una
novella. Carrère è ironico; parla senza scomporsi, con sobrietà
e naturalezza, preciso, puntuale; ogni tanto, assesta stoccate
pungenti e inattese; un pensatore brillante, controcorrente,
sempre pronto a spingersi dove nessuno ha intenzione di
lanciarsi, come quando si domanda come fa il perdono ad arrivare
in cinque minuti, senza passare attraverso un filo di rabbia e
un lunghissimo, lancinante, percorso di riflessione, conoscenza
e analisi.
'V13' è il titolo del suo ultimo libro. V sta per venerdì e 13
indica quell'agghiacciante notte del 13 novembre 2015, data
degli attentati terroristici di Parigi; una strage che, tra il
Bataclan, lo Stade de France e i bistrot presi di mira, ha
causato centotrenta morti e oltre trecentocinquanta feriti. In
queste pagine, Emmanuel Carrère riferisce le udienze del
processo ai complici e all'unico sopravvissuto fra gli autori
degli attentati terroristici. Ha seguito il processo ogni giorno
per l'intera durata e ha definito quell'esperienza unica e
devastante; quando tornava a casa, dopo il tribunale, crollava,
era talmente stanco che neanche riusciva a leggere. Alcune delle
testimonianze presenti in 'V13': 'Ricordo la melma viscosa in
cui sciaguattavamo, l'odore di polvere da sparo e di sangue, e
poi l'esplosione, i pezzi del kamikaze che hanno cominciato a
pioverci addosso'. E ancora: 'Quando mi sono rialzato ho visto
la carneficina. La luce accecante, bianca. La pila di corpi,
alta un metro, mi ha fatto venire in mente le immagini del
massacro in Guyana'. Carrère non definisce questo processo la
Norimberga del terrorismo, perché a Norimberga gli imputati
erano alti dignitari nazisti, qui invece figure di secondo
piano. Quello che gli interessava era capire dove può spingersi
la follia quando c'è di mezzo Dio. Le cronache di 'V13' sono
uscite sull' 'Obs' e sono state riprese dalla 'Repubblica' in
Italia, dal 'País' in Spagna e dal 'Temps' in Svizzera. Carrère
le ha ritoccate un po'. Ha incorporato qualche brano che non
aveva trovato posto nelle 7800 battute settimanali che scriveva
per la stampa. Ecco perché il libro è più lungo di un terzo
rispetto a quanto è uscito sui giornali. 'V13' è una discesa
agli inferi, una lettura destabilizzante che conduce il lettore
nei meandri più oscuri dell'essere umano. (ANSA).
>>>ANSA/ Carrère, in V13 processo ai terroristi del Bataclan
Scrittore a Libro Come, racconto estremo di domande abissali
