(di Mattia Bernardo Bagnoli)
MARCO PERONACI E ROCCO PALMA, IL
SOGNO EUROPEO DALLA CECA ALL'UNIONE ATTRAVERSO LE CRISI: LA
NUOVA DIFESA EUROPEA, CACUCCI, 2022, PP. 152, € 15,00
Le crisi sono sempre state una catalizzatore di riforme per
il progetto europeo, che evidentemente nel 'business as usual'
non trova sufficienti motivazioni per progredire e, anzi, spesso
si avvita in liti da condominio. Da qui l'adagio, rilanciato
ultimamente dal politologo americano Ian Bremmer, "non si deve
mai sprecare una crisi". Ecco, l'Unione Europea non ha fatto
tempo a metabolizzare l'impatto del Covid che subito si trova a
gestire il pantano ucraino, con gli addentellati sulla
sicurezza, tradizionale alimentare ed energetica, che questa
comporta.
Il saggio di Peronaci e Palma, diplomatici di carriera, cade
dunque a pennello e prova a mettere a fuoco le sfide che l'Ue si
trova davanti, partendo dalla metafora dei tre sogni. Ovvero ciò
che già è stato realizzato (forse contro ogni pronostico), ciò
che invece è fallito miseramente e ciò che si deve attuare. Il
testo infatti racconta il processo d'integrazione europea fino
ai giorni nostri, soffermandosi sui successi ((la CECA e
l'EURATOM, le Comunità Europee) così come le battute d'arresto
(la Costituzione Europea e l'Europa federale) per poi
individuare nei più recenti sviluppi in materia di sicurezza e
difesa - facilitati dagli attuali radicali cambiamenti del
contesto geopolitico - il perno di una possibile, futura
trasformazione dell'Europa in senso politico, naturalmente tutta
da costruire.
Gli autori - Peronaci è attualmente rappresentante italiano
nel Comitato Politico e di Sicurezza dell'Unione Europea a
Bruxelles, mentre Palma è primo segretario presso l'Ambasciata
d'Italia a Tel Aviv - avvalendosi di un metodo d'indagine
interdisciplinare ricostruiscono il passaggio dall'UEO a un
primo abbozzo di politica di sicurezza e difesa in concomitanza
con le vicende della guerra dei Balcani, per in seguito
delineare, a partire dagli interventi in Afghanistan e in Iraq,
il progressivo radicarsi nell'assetto istituzionale dell'UE dei
diversi tasselli di quel complesso mosaico che viene definita
come la "nuova difesa europea".
La realizzazione di un'autentica difesa europea, articolata e
completa in tutte le sue componenti, costituisce una sfida ben
lungi dall'essere vinta. Eppure, in uno scenario geopolitico
marcato da teatri di crisi sempre più vicini (in Ucraina, ma
anche nei Balcani e in Africa), essa è voluta e perseguita con
sempre maggiore decisione da tutti gli Stati membri. Oggi,
sostengono Peronaci e Palma, la difesa europea ha tutte le carte
in regola per crescere secondo le linee tracciate nella recente
'Bussola Strategica' e per dotarsi del necessario, adeguato
livello di "autonomia". Solo allora, l'Unione e i suoi Stati
Membri potranno "prevenire, affrontare e rispondere alle
incombenti minacce, sempre in coerenza con i princìpi posti nel
quadro NATO, ma con un crescente, solido sguardo al preminente
interesse europeo".
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