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Francesca Mannocchi racconta la guerra ai ragazzi

Francesca Mannocchi racconta la guerra ai ragazzi

Ne Lo sguardo oltre il confine testimonianze e storie di vita

ROMA, 26 settembre 2022, 17:15

di Marzia Apice

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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FRANCESCA MANNOCCHI, LO SGUARDO OLTRE IL CONFINE. DALL'UCRAINA ALL'AFGHANISTAN, I CONFLITTI DI OGGI RACCONTATI AI RAGAZZI (De Agostini, pp.224, 13.90 euro). "Ero confusa e sapevo che nelle zone di conflitto è meglio essere confusi che pieni di certezze, perché è proprio dai dubbi che si comprendono meglio le cose". Non c'è mai una narrazione distante ma sempre un punto di vista soggettivo, che restituisce la dimensione emotiva accanto a quella razionale, nel libro "Lo sguardo oltre il confine" (De Agostini, dal 20 settembre), scritto da Francesca Mannocchi per raccontare al pubblico dei ragazzi i conflitti purtroppo ancora oggi sparsi in tante parti nel mondo. La paura, il dubbio, lo stupore, lo sconcerto: tante le emozioni che compaiono nel libro, descritte con sincerità dall'autrice. Sono pagine dense, in cui si viaggia molto: c'è l'Ucraina ovviamente, ci sono la Siria, il Libano e l'Afghanistan, e in ogni capitolo il racconto ha il pregio dell'immediatezza, sia perché è fatto "sul campo", da una giornalista che da anni porta nelle nostre case la cronaca di ciò che accade nelle zone più "calde" del pianeta, sia per il linguaggio scelto, sempre semplice, diretto, utile per spiegare e portare chi legge "dentro" ogni singolo contesto. Mannocchi ritorna sui fatti della storia, li ordina e li mette in relazione, cercando di far emergere i motivi politici, economici e religiosi che hanno dato origine ai conflitti. Ma non solo: se da un lato l'autrice parte da sé, dalle emozioni da cui è stata investita ogni volta che ha percorso quelle terre difficili e ci descrive ogni cosa, culture e tradizioni, profumi e colori, atmosfere, quartieri, strade ed edifici, dall'altro va oltre la sua testimonianza mettendo al centro le persone in cui si imbatte in un cammino spesso rischioso. Ed è proprio questo il merito più grande del libro, l'attenzione all'umanità ferita, a donne e uomini, sopravvissuti o combattenti, a cui la guerra ha stravolto irrimediabilmente l'esistenza. Melissa in Libano, Husen in Afghanistan, Ali in Iraq, Anastasia in Ucraina: le loro storie impreziosiscono e sono il fondamentale elemento di verità di un testo che ha l'ambizione di fungere da guida per chi è più giovane. Le voci di questi protagonisti - spesso così distanti da noi, non solo geograficamente -, con il loro dolore e lo sgomento per ciò che hanno vissuto, sono la bussola attraverso cui orientarsi in una materia oscura e intricata quale è sempre ogni guerra, di ieri e di oggi. A questo si lega anche la scelta, giustissima, di comporre un piccolo glossario, in una sorta di approfondimento dedicato alle parole chiave - rifugiato, profugo, ma anche sharia, sovranità, esilio, armi chimiche, burqa, e tante altre -, non sempre semplici da comprendere, che spesso compaiono nei racconti di guerra.
    "L'altro, con la sua diversità, fa tremare le nostre certezze", scrive Mannocchi, rivolgendosi ai ragazzi che leggeranno il libro: proprio partendo da questa diversità, l'autrice li invita a provare ad ascoltare sempre le ragioni dell'altro, per intraprendere un processo di scoperta e curiosità, arricchimento ma anche smarrimento, che rappresenta l'unico modo per conoscere il mondo.
   

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