Paolo Petroni
Per celebrare il centenario della
nascita dello scrittore Mario Rigoni Stern, il 30 e il 31
ottobre si svolgerà ad Asiago, la città in cui nacque il primo
novembre 1921, il convegno internazionale ''Mario Rigoni Stern e
il suo Altipiano, cento anni di etica civile, letteratura,
storia e natura'', curato dal biografo dello scrittore Giuseppe
Mendicino e diviso in quattro sessioni: Letteratura e Scrittura;
Il Bosco e le Montagne; Le Guerre del Novecento e il Senso della
Memoria; e Il Sergente e l'Altipiano''.
Si scoprirà ancora una volta l'importanza e la novità di
questo scrittore che per il suo racconto della natura e del
rapporto dell'uomo con montagne, boschi e animali, in sintonia
con i suoi ritmi, la sua bellezza, la sua forza d'essere
eternamente eguale a se stessa, ha conosciuto una notevole
fortuna specie in anni in cui si va formando una coscienza
ambientale che lo rende quasi di moda. Eppure resta sorprendente
soprattutto per le pagine del libro che gli dette notorietà,
''Il sergente nella neve'', quando uscì nei Gettoni di Vittorini
nel 1953, come quelle dei suoi ''Ricordi della ritirata di
Russia'', in cui parla della guerra in un modo tutto nuovo per
quegli anni.
Le sue sono storie di uomini senza eroismi e della precarietà
della loro esistenza davanti alla violenza e al nemico, verso il
quale si finisce per sentire consonanza e fratellanza, in un
sentimento tra nostalgia e pietà che riguarda la vita di tutti e
ispira un'idea di universale eguaglianza che non nasce da alcun
presupposto ideologico ma dalla semplice narrazione dei fatti e
degli incontri, specie quando, dopo la battaglia della
Nikolajewka, riesce a riparare in un'isba di poveri contadini
russi che lo accolgono con amore e in cui riconosce tratti come
quelli della gente del suo Altipiano. Sono pagine di esistenza
individuale e corale epiche, drammatiche persino comiche
nell'assurdità dell'avventura che denuncia la stupidità e
ferocia umana proprio a contrasto con l'umanità mai perduta
delle persone che in quei fatti sono coinvolte, tutto con uno
spirito diremmo alla fine naturalmente evangelico, quindi con
una sua dirompente forza demistificatoria di ogni illusione e
retorica.
Quello spirito di testimonianza, di semplice racconto e
osservazione di quel che vede e vive, dopo la guerra si
rivolgerà al mondo che lo circonda tornato a casa, a quella
natura di cui è partecipe e attiva presenza, costruendo nel
tempo un lungo, profondo e articolato dialogo con la terra, i
boschi, la loro vita, le loro stagioni, in una grande metafora
esistenziale. Si va, solo per citare alcuni titoli, da ''Uomini,
boschi e api'' a ''Arboreto selvatico'', da ''Sentieri sotto la
neve'' sino a ''Stagioni'' che fu quasi una sorta di testamento,
uscito due anni prima della sua scomparsa il 16 giugno 2008.
Senza dimenticare la ''Storia di Thonle'', vita di un pastore,
contadino, contrabbandiere a cavallo degli avvenimenti tra Otto
e Novecento scritto con una lingua sobria, pulita che gli dona
forza di verità quasi da racconto orale e che ancora una volta
si fa testimonianza di povera gente, di ultimi che riescono ad
avere dentro di sé più forza e umanità della violenza della
Storia.
Al convegno di Asiago, non a caso quindi, parteciperanno
personalità di diverse discipline, dagli scrittori come Eraldo
Affinati e Paolo Cognetti, a critici quali Carlo Ossola o
Marguerite Bordry, dagli storici Mario Isnenghi e Paolo Pozzato
ai naturalisti come Daniele Zovi e Raffaele Cavalli. Il tutto,
con anche una tavola rotonda e un grande concerto corale, è
stato realizzato dal Comitato nazionale per il centenario della
nascita di Mario Rigoni Stern, in collaborazione con Ministero
della Cultura, Regione Veneto, Città di Asiago, Accademia
Olimpica di Vicenza.
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