(di Alessandra Baldini)
Philip Roth è morto due volte:
tre anni dopo la scomparsa dello scrittore, la casa editrice
W.W. Norton ha fermato la distribuzione e ogni tipo di
pubblicità della sua biografia dopo che l'autore, Blake Bailey,
è stato accusato di abusi sessuali e almeno due stupri.
"Philip Roth: The Biography" era uscita negli Usa il 6 aprile
approdando due settimane dopo nella classifica dei libri più
venduti. Per Bailey, che ci ha lavorato per anni avendo avuto
pieno accesso a parenti, amici, ex amanti, diari, lettere e
altri documenti di archivio, era stato l'apice del lavoro da
biografo.
"Le accuse che lo riguardano sono gravi", ha fatto sapere
W.W. Norton prendendo l'insolita decisione di bloccare un
bestseller per il quale aveva pagato un anticipo "a sei cifre":
dopo le 50 mila copie della prima edizione, una seconda tiratura
di diecimila è stata fermata assieme a tutte le attività
promozionali, interviste e book tour.
L'accusa più recente riporta al 2015: Valentina Rice, una
executive del libro, ha detto al "New York Times" di esser stata
stuprata dopo esser rimasta a dormire a casa di Dwight Garner,
il critico letterario del quotidiano, che aveva invitato anche
Bailey a fermarsi dopo cena. Altre accuse risalgono a quando,
negli anni Novanta, il futuro biografo di Roth insegnava
inglese in una scuola media di New Orleans: tre allieve, allora
tredicenni, affermano di essersi sentite al centro di attenzioni
morbose da parte dell'insegnante che avrebbe poi sfruttato la
relazione speciale per sedurle una volta maggiorenni: una
sostiene di esser stata violentata.
Bailey ha respinto le accuse come "categoricamente false e
diffamatorie". La marcia indietro della casa editrice segue di
pochi giorni la decisione dell'agenzia letteraria che lo
rappresentava, The Story Factory, di tagliare i ponti.
Autore di "vite" di altri scrittori americani come Richard
Yates e John Cheever, Bailey era stato contattato da Roth nel
2012, sei anni prima di morire. Era dal 1996, da quando l'ex
moglie Claire Bloom lo aveva fatto a pezzi nel memoir "Leaving a
Doll's House", che uno dei più influenti ma anche controversi
scrittori del ventesimo secolo pensava a una biografia dopo
esser stato per decenni il narratore di se stesso attraverso
personaggi come Alexander Portnoy, Nathan Zuckerman e Mickey
Sabbath. Il lavoro di Bailey aveva diviso la critica: se
una grande interprete della cultura ebraica americana, la 92enne
Cynthia Ozik, aveva definito le 800 pagine della biografia "un
capolavoro letterario", altri lettori erano stati messi a
disagio per il lasciapassare accordato dall'autore al complesso
rapporto di Roth con l'altro sesso.
E' in questo terreno di polemiche che sono riemerse le accuse
contro l'uomo che per anni è stato accanto a un gigante della
letteratura mondiale non solo come biografo, ma anche come
confessore e psicologo: troppo vicino forse, perché troppo in
sintonia con la sua visione del mondo e delle donne per l'era
del #MeToo?
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