Bologna si scopre città del
Rinascimento: un progetto espositivo e un itinerario accendono i
riflettori su quanto abbia significato l'arrivo di artisti come
Raffaello, Michelangelo o Bramante, che coincise con la presa
del potere dello Stato della Chiesa, nella persona di Papa
Giulio II della Rovere. È proprio l'arrivo a Bologna del
'Ritratto di Giulio II', capolavoro tra i massimi di Raffaello,
tra i tesori della National Gallery, che prende avvio la mostra
'Giulio II e Raffaello', dall'8 ottobre al 5 febbraio alla
Pinacoteca Nazionale, che per l'occasione rivede l'intera
sezione dedicata al Rinascimento con un nuovo itinerario di
visita che approfondisce il percorso relativo all'arte bolognese
dall'epoca dei Bentivoglio all'incoronazione di Carlo V.
Il ritratto londinese, sicuramente di Raffaello, è il primo
di una discussa serie di copie e rifacimenti. Il capolavoro
raffigura il Pontefice scardinando ogni tradizione iconografica:
non un'asettica figura ieratica, ma un uomo reale, capo
spirituale ma anche fortemente capo temporale, uomo d'azione
oltre che di fede. Bologna, con la vicina Ferrara, contava
all'epoca su artisti di grandissimo valore: Francesco del Cossa,
Ercole dè Roberti, Lorenzo Costa, tra i ferraresi che operavano
in città, accanto ai bolognesi Francesco Francia e Amico
Aspertini, impegnati in committenze di rilievo. Gli artisti che
avevano avuto il ruolo di protagonisti nel periodo bentivolesco
si trovano a misurarsi con Michelangelo, Raffaello e Bramante e
a confrontarsi con un altro mondo, una rivoluzione cui consegue
la diaspora dei maestri bolognesi. Tra le opere emblematiche di
questo momento l'Estasi di Santa Cecilia di Raffaello,
realizzata durante il papato di Leone X. Gli anni travagliati
che portano al Sacco di Roma nel 1527 condussero a Bologna
un'altra personalità di spicco: il Parmigianino, in città tra il
1527 e il 1530: la sua arte è documentata dal confronto tra la
Santa Margherita della Pinacoteca e la Madonna di San Zaccaria,
che giunge dagli Uffizi. Con queste opere si arriva a un nuovo
momento centrale per Bologna, quello dell'incoronazione di Carlo
V da parte di Clemente VIII, conclusione della mostra.
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