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A Città Castello il racconto di come Raffaello diventò maestro

A Città Castello il racconto di come Raffaello diventò maestro

"Raffaello giovane e il suo sguardo" fino al 9 gennaio 2022

PERUGIA, 27 ottobre 2021, 12:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'incontro impossibile tra Raffaello e Signorelli sarà uno dei molti motivi per cui visitare la mostra "Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo", promossa nell'ambito del Cinquecentenario della morte di Raffaello nella Pinacoteca comunale tifernate.
    Un percorso che racconta gli anni di Raffaello a Città di Castello in cui diventa maestro autonomo, attraverso alcune importanti opere come quella di esordio, l'Incoronazione di san Nicola da Tolentino (1500) e il Gonfalone della SS. Trinità, fino ad arrivare alla fine del suo periodo umbro con lo Sposalizio della Vergine (1504).
    La mostra sarà inaugurata sabato 30 ottobre e rimarrà aperta al pubblico fino al 9 gennaio 2022. Promossa da Comitato regionale umbro per le celebrazioni raffaellesche, è curata da Marica Mercalli, e Laura Teza.
    Cuore dell'esposizione è il gonfalone della Santissima Trinità, unica opera mobile del maestro rimasta in Umbria, conservata nella stessa Pinacoteca. Le altre opere di Raffaello in mostra tornano a Città di Castello per la prima volta in questa occasione. "Il gonfalone - spiegano le curatrici - testimonia il processo graduale di affrancamento di Raffaello dal suo maestro Pietro Vannucci detto il Perugino e il confronto diretto con Luca Signorelli". L'opera, sottoposta a un nuovo, importante restauro da parte dell'Istituto centrale del restauro (Icr), rimarrà in modo permanente in una sala in cui è stato trasferito anche il Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli.
    Per visitare la mostra è consigliata la prenotazione: cultura@ilpoliedro.org, 075 8554202.
   

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