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Ratzinger: bandiere a lutto e candele nella città natale

Il risveglio a Marktl, dove Benedetto XVI nacque nel 1927

 La chiesa di St. Oswald è piena a metà, non è in corso un pellegrinaggio, forse perché alcuni abitanti di Marktl am Inn hanno già partecipato sabato a una celebrazione in ricordo del più celebre dei loro cittadini: Joseph Ratzinger, che qui nacque 95 anni fa. Oggi, domenica 1 gennaio, nella chiesa viene recitato un rosario per il papa emerito. Davanti al crocifisso e a una foto sorridente di Benedetto XVI vengono anche letti cinque frammenti scritti da lui stesso, di cui tre provenienti dal suo testamento spirituale. Fuori, in piazza, ci sono delle candele accese, mentre i drappi con lo stemma del papa emerito e quello della città portano la fascia nera del lutto. Marktl, nell'Alta Baviera, sul fiume Inn, ha circa 2800 abitanti. Qui Ratzinger visse solo due anni, ma, come ricordano le sue stesse parole esposte sui muri della casa-fondazione a lui dedicata, è a Marktl che "il sabato santo 16 aprile 1927, subito al mattino della mia nascita, sono stato battezzato con l'acqua appena consacrata e sono così diventato membro della chiesa di Cristo". Da ieri, nella stanza in cui venne al mondo il futuro papa, è stato posto un semplice drappo nero, con sopra una rosa bianca e una candela accesa.

Christian Lermer, di professione consulente, esce dalla celebrazione del rosario insieme alla moglie e ai quattro figli. Lermer racconta ad ANSA: "devo dire che oggi mi sono scese alcune lacrime. Già quando Benedetto XVI era stato eletto papa mi aveva toccato molto". Tutte le testimonianze raccolte tra i fedeli cattolici bavaresi esprimono innanzitutto l'orgoglio e la gratitudine per il legame profondo che il papa emerito aveva con la sua terra d'origine. "Credo che siamo un popolo di Dio globalmente, in tutto il mondo. Ma ugualmente c'è oggi qualcosa di speciale per noi in Baviera", spiega Lermer, che è arrivato a Marktl dal Chiemgau, un'altra area in cui Ratzinger ha vissuto da giovane. Benedetto XVI "con noi parlava spesso in bavarese", "era sempre molto vicino alle persone, era un intellettuale di alto profilo, ma sapeva parlare la lingua della gente, e quindi per le persone di qui era uno di loro, uno di noi", racconta all'ANSA Hubert Gschwendtner, ex sindaco socialdemocratico di Marktl, primo cittadino per 24 anni, inclusi quelli del pontificato di Benedetto. La signora Hildegard Webeck, 82 anni, conferma: Benedetto "era uno di noi" e ne sono "sempre stata fiera", "quando il papa è venuto in visita qui nel 2006 ero lì, ho aspettato tre ore, ma gli ho dato la mano, ne è valsa la pena, ero così vicina come sono a lei adesso!".

Dopo la scomparsa di Joseph Ratzinger, la sua casa natale a Marktl è rimasta eccezionalmente aperta sabato 31 dicembre e domenica 1 gennaio. Ai visitatori si sono mescolati giornalisti provenienti da tutta Europa. Il direttore della casa del papa è da tre anni il teologo Franz Haringer, che ha conosciuto Ratzinger di persona e lo ha visto l'ultima volta nel maggio 2022, quando "parlava molto piano, con difficoltà, era molto debole fisicamente, ma lo abbiamo capito, l'incontro è durato quasi un'ora ed è stato molto affettuoso, paterno, ironico". All'ANSA Haringer racconta anche e soprattutto il Benedetto teologo, descrivendo un uomo che amava discutere ma era lontano rispetto alla severità con cui veniva descritto mediaticamente, ad esempio con espressioni come "cardinale panzer" o "grande inquisitore". Benedetto XVI ha mostrato a "noi fedeli che non dobbiamo smettere di pensare, anzi. Perché se penso con la fede, il mio pensiero raggiunge una nuova profondità, una nuova altezza, ho uno sguardo nuovo sulle persone, sulla creazione, sulla vita comune degli uomini", dice Haringer, che sulla teologia di Ratzinger ha scritto un volume nel 2021. La ricerca teologica del papa emerito ha riportato i cattolici "a pari livello" con i pensatori contemporanei e i filosofi moderni, dimostrando che "non è antiquato avere fede", sostiene Haringer. Il teologo ammette al tempo stesso che "bisogna dire apertamente che Benedetto aveva molti critici e che molti di questi critici sono in Germania, anche tra i fedeli e gruppi di teologi". Nel resto del dibattito mediatico e politico tedesco, infatti, non sono mancate polemiche e discussioni anche subito dopo la morte del papa emerito. Resta aperto il dibattito sulle sue posizioni giudicate ultra-conservatrici, così come sul suo ruolo nella gestione di diversi scandali della Chiesa, inclusi quelli della pedofilia, quando fu Benedetto XVI stesso ad affermare che anche nella chiesa cattolica c'è "sporcizia". Ma nella piccola Marktl e tra i fedeli bavaresi, almeno in questi due giorni, si celebra una persona che tutti vogliono ricordare come "buona", "ironica", "disponibile" e, soprattutto, come "uno di noi", come il "nostro" papa bavarese.  

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