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Dal Vajont a Casamicciola, quando la natura è matrigna

Dal Vajont a Casamicciola, quando la natura è matrigna

Dal Polesine a Rigopiano, 70 anni di catastrofi, terremoti, frane e alluvioni

ROMA, 27 novembre 2022, 17:47

Redazione ANSA

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Due carabinieri davanti al palazzo della prefettura dell 'Aquila distrutto dal terremoto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Due carabinieri davanti al palazzo della prefettura dell 'Aquila distrutto dal terremoto - RIPRODUZIONE RISERVATA
Due carabinieri davanti al palazzo della prefettura dell 'Aquila distrutto dal terremoto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il dramma di Casamicciola, con l'ennesima frana che ha seminato morti e distruzione, è solo l'ultimo di una lunga serie di eventi che negli ultimi 70 anni hanno provocato in Itala centinaia di morti. Terremoti, alluvioni, bombe d'acqua, fenomeni idrogeologici che in molte occasioni hanno messo in ginocchio intere città e porzioni del territorio. Fenomeni che oramai si replicano a distanza di mesi, causati dal cambiamento climatico ma anche dalla violenta aggressione al territorio messa in atto negli anni con il fenomeno dell'abusivismo edilizio che ha reso ancora più fragile una ampia fetta del Paese.

La prima tragedia causata dalla natura del dopoguerra du quella del Polesine nel 1951 dove morirono 101 persone. Seguirono la strage del villaggio Molina, nel Salernitano, dove a perdere la vita nel 1954 furono 325 persone e l'alluvione di Firenze del 1966 dove si contarono decine di morti. Il 9 ottobre del 1963, una frana si staccò dal monte e precipitò nel bacino provocando un'onda che superò la diga del Vajont e distrusse il paese di Longarone causando 2000 vittime. Nel novembre del 1980 un terremoto in Irpinia provoca 2914 vittime. E ancora: nel 1987, in pieno luglio, ci furono 23 morti per un'alluvione in Valtellina. Negli anni '90 a Sarno uno delle sciagure più drammatiche: Il 5 maggio del 1998 interi quartieri cancellati da tonnellate di fango, una marea nera che travolse case e persone scendendo a valle dalla montagna sotto l'azione della pioggia. I morti furono 161.

Negli ultimi venti anni molti gli episodi tragici. Il 9 settembre 2000, dopo tre giorni consecutivi di pioggia in Calabria, il campeggio 'Le Giare' di Soverato si trasforma improvvisamente in un fiume in piena che travolge tutto: 13 i morti. Il primo ottobre del 2009 il dissesto idrogeologico e le forti piogge provocano in provincia di Messina gigantesche colate di detriti che travolsero abitazioni e automobilisti tra Giampilieri superiore e Scaletta Zanclea causando 28 i morti.

Due anni dopo a Genova, città colpita più volte da fenomeni alluvionali, un'eccezionale precipitazione in alcuni quartieri del levante della città in Val Bisagno provoca sei morti. La notte del 6 aprile del 2009 un violenta scossa di terremoto colpisce l'Aquila causando 309 morti.

Una delle peggiori alluvioni della storia della Liguria si abbatte sulle Cinque Terre il 25 ottobre del 2011. Vernazza è invasa da un fiume di fango e danni gravissimi si registrano anche a Monterosso. Le vittime sono 13. A Senigallia, colpita nel settembre scorso da una alluvione che ha provocato 12 vittime, nel 2014 ci furono 4 morti.

Il 24 agosto 2016 altro tragico terremoto nel centro Italia: in tutto persero la vita oltre trecento persone e Amatrice fu il centro più colpito. Il 18 gennaio del 2017 una slavina di dimensioni gigantesche si stacca dalle pendici del Gran Sasso e si incanala in un canalone in località Farindola dove è stato costruito l'hotel Rigopiano: morirono 29 persone. Il 10 settembre del 2017 a Livorno le violente piogge causarono otto morti.

Nel 2018 due tragedie a distanza di pochi mesi provocano complessivamente 23 morti a Forra del Raganello, in provincia di Cosenza e in provincia di Palermo. Anche gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da eventi estremi, causati anche dalla siccità e dalla quasi totale assenza di precipitazioni. Il 3 luglio un enorme seracco si è staccato dalla Marmolada, sulle Dolomiti al confine tra il Trentino e il Veneto, uccidendo 11 persone.
   

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