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Covid, Boccia: 'Oggi non ci sono condizioni aprire piste'

Covid, Boccia: 'Oggi non ci sono condizioni aprire piste'

Il ministro per gli Affari regionali: 'Molti Italiani non ci saranno a Natale'

BARLETTA, 23 novembre 2020, 18:38

Redazione ANSA

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Un impianto sciistico - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un impianto sciistico - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un impianto sciistico - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Le Regioni oggi hanno consegnato delle linee guida sulle quali ci confronteremo quando ci saranno le condizioni per riaprire, oggi non ci sono. Valuteremo nel prossimo Dpcm se ci saranno le condizioni e per fare cosa": lo ha dichiarato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, a La Vita in diretta su RaiUno, rispondendo alla domanda se potranno riaprire gli impianti sciistici.

"Con 700 morti giorno fuori luogo parlare cenoni" - "Con 600-700 morti al giorno parlare di cenone è fuori luogo, lo dico con grande chiarezza". Lo ha detto a Barletta, in occasione del sopralluogo all'ospedale da campo allestito dalla Marina militare, il ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto cosa accadrà dopo il 3 dicembre viste le pressioni sul governo su piste da sci, feste, ristoranti e altre attività. "Natale e Capodanno è ancora più fuori luogo", ha aggiunto Boccia.

"Molti Italiani non ci saranno a Natale"- "Non perdiamo il senso di comunità, molti italiani non ci saranno più il prossimo Natale, ma non dobbiamo perdere il senso di comunità, quello che è venuto fuori nella prima ondata e che ci ha consentito anche di dimostrare che il Paese ha una capacità di reazione molto forte". Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, alla Vita in Diretta. "So che è dura, per le famiglie, per i ragazzi che vanno a scuola, per i lavoratori sanitari, e per tutti quanti noi però dobbiamo reggere ancora questo mese, dobbiamo tenerci per mano e sono sicuro che vinceremo e ne usciremo più forti di prima. Ma - ha concluso - non dobbiamo farci abbattere e perdere il senso di comunità che fa dell'Italia il Paese eccezionale che è".

"Contagio diffuso, rispettare le regole" -  "Siamo ora di fatto in una sorta di seconda fase della seconda ondata e il sistema delle zonizzazioni territoriali ci ha consentito di mettere in sicurezza le reti, ma il contagio è diffuso, è un contagio diverso e c'è una pressione molto alta sui pronti soccorso". Lo ha detto oggi pomeriggio a Barletta il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia rispondendo ai giornalisti.  "Nella prima ondata il 45% dei contagiati si curava in ospedale ora solo il 5% ma il numero dei positivi è dieci volte superiore, facevamo 25 - 30.000 tamponi al giorno oggi ne facciamo 250.000, nella prima ondata il 13 - 14% finiva in terapia intensiva, ora siamo sotto l'1%, ma i numeri sono diversi e i medici hanno preso le misure anche in questa seconda ondata, ma noi abbiamobisogno di aiutarli". "In questo momento - conclude Boccia - non basta più tenere sotto controllo l'Rt - cosa che siamo riusciti a fare in maniera eccezionale in questi 15-20 giorni - ma bisogna tenere sotto controllo i posti di area medica, non devono aumentare le richieste, quindi bisogna continuare a rispettare le regole".
   

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