(di Giovanni Franco)
Le città declinate in tutti i suoi
aspetti in uno stile rigoroso e documentale. "Mi ero dato una
specie di missione testimoniare come il territorio urbano si
modifichi", diceva il fotografo milanese Gabriele Basilico,
morto nel 2013 a 69 anni. Lui si definiva "un misuratore di
spazio". Dopo la laurea in architettura al Politecnico, nel 1973
scoprì subito che la sua vera passione era la fotografia ed
abbandonò tutti gli studi per dedicarsi ad essa. Ed ora una
selezione di immagini, quasi tutte inedite, del racconto delle
metropoli, verrà esposta dal 18 settembre prossimi nel museo
Civico "Castello Ursino" di Catania. Si intitola "Gabriele
Basilico-Territori intermedi", a cura di Filippo Maggia,
promossa e realizzata da Fondazione Oelle Mediterraneo antico in
collaborazione con l'archivio Gabriele Basilico. "Si tratta di
fotografie realizzate in parte come studi o infine "sacrificate"
per esigenze precise derivanti dalla committenza. Gli oltre 120
scatti pubblicati nel catalogo dell'esposizione, di cui oltre 60
proposte in mostra, sono quasi tutte sconosciute eppure scelte
e selezionate da Basilico stesso. Mai pubblicate né presentate
in esposizioni personali o collettive, salvo rari casi, furono
eseguite dalla metà degli anni Ottanta sino al primo decennio
Duemila, coprendo così gran parte della carriera del fotografo
milanese", affermano gli organizzatori.
"Lo spessore della luce e la scelta prospettica adottati da
Basilico contribuiscono a determinare l'equilibrio formale fra i
volumi inducendo a una nuova lettura dell'immagine, attraverso
quell'atto di sospensione e contemplazione molte volte
sottolineato dallo stesso fotografo come indispensabile
nell'osservazione del paesaggio, di qualunque natura esso sia e
si presenti", dice Filippo Maggia, curatore dell'esposizione.
"La retrospettiva è un momento molto importante, un segnale
concreto di rinascita per Catania e di ripartenza dopo
l'emergenza Coronavirus", commenta Salvo Pogliese, sindaco di
Catania.
"In un momento tanto complesso come l'attuale per il comparto
del turismo e dell'ospitalità, credo sia fondamentale trovare
nuovi modi per proporsi, per cambiare la propria offerta
ricettiva tradizionale. La direzione è quella del turismo lento
che prevede la valorizzazione della qualità dell'esperienza
turistica. E in questo approccio, la cultura a Catania gioca un
ruolo fondamentale, anche nella direzione della
destagionalizzazione turistica", aggiunge Barbara Mirabella,
assessore alla pubblica istruzione, beni culturali, grandi
eventi e pari opportunità di Catania. "Mappare i paesaggi,
abitarli e rigenerarli con le costruzioni di un pensiero
innovativo", dice Ornella Laneri, presidente della Fondazione
Oelle Mediterraneo Antico.
Le opere, appositamente stampate per l'evento sono in due
formati: 52 in formato 50x60 cm e 10 in formato 100x130 cm. "Le
fotografie in mostra svelano l'anima del grande maestro
italiano, conosciuto in tutto il mondo, e dialogano con la
memoria storica del castello medievale siciliano. Sono inedite
riflessioni sul concetto di spazio e di forma, che hanno
rappresentato il focus della ricerca del grande fotografo
scomparso prematuramente. Sono fotografie che trasudano
passione, che superano la commessa professionale e che ci fanno
apprezzare una dimensione privata e romantica dell'artista.
Basilico emana visioni, una sorta di avvicinamento sensoriale
alle alchimie delle immagini, e governa la costruzione delle
inquadrature come quadri rinascimentali con le armonie della
composizione e della luce", dice Carmelo Nicosia, direttore
della Fondazione Oelle Mediterraneo antico. Basilico considerato
un indiscusso maestro della fotografia contemporanea, ha esposto
in molti Paesi e ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.
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