Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Quando padre di Messina Denaro per giudici era 'brava persona'

Quando padre di Messina Denaro per giudici era 'brava persona'

Nel 1990 respinta richiesta Borsellino per sorveglianza speciale

PALERMO, 31 marzo 2023, 15:31

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo qualche mese si sarebbe dato alla macchia e fino alla sua morte sarebbe riuscito a sfuggire alla giustizia. Ma per i giudici di Trapani il boss Francesco Messina Denaro, a capo del mandamento di Castelvetrano dagli anni '80, padre di Matteo, ex primula rossa di Cosa nostra, era un "lavoratore assiduo" e un "risparmiatore oculato" e non c'erano prove della sua vicinanza a Cosa nostra.
    Un giudizio in netto contrasto con le valutazioni dell'allora pm di Marsala Paolo Borsellino che per don Ciccio aveva chiesto la misura di prevenzione della sorveglianza speciale.
    "Non luogo a procedere" fu il verdetto dei giudici del tribunale di Trapani Massimo Palmeri, Giuseppe Barracco e Tommaso Miranda che a luglio del 1990 respinsero la richiesta della Procura di Marsala, sostenendo che non ci fossero elementi per applicare al padrino la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale.
    Barracco nel frattempo è morto, Miranda è presidente di sezione del tribunale a Napoli e Palmeri, attuale procuratore di Enna, ha fatto domanda come procuratore aggiunto a Palermo e dopo aver perso il concorso per la guida dell'ufficio inquirente di Marsala attende l'esito del ricorso contro il suo avversario, Fernando Asaro nominato dal Csm procuratore.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza