"Cosa Nostra a Trapani ha delle
caratteristiche che non si riscontrano in altri territori, è
diversa, 'elitaria'. Abbiamo raccolto le informazioni che ci
hanno dato tenendo conto che noi ci siamo rapportati al fronte
istituzionale, ma è da altri fronti che si attingono spunti più
meritevoli. Il quadro rappresentato è tutto sommato non
ingravescente e non particolarmente preoccupante". Lo ha detto
il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola
Morra al termine delle audizioni tenute oggi in Prefettura
nell'ambito della missione di due giorni della commissione in
provincia di Trapani. La prima ad essere ascoltata è stata il
prefetto Filippina Cocuzza, poi i vertici delle forze
dell'ordine, il questore di Trapani Salvatore La Rosa, il
comandante dei carabinieri col. Fabio Bottino, il comandante
della Finanza col. Geremia Guercia, il capo della sezione Dia
Giuseppe Emiddio e infine il procuratore di Marsala Roberto
Piscitello. Morra ha fatto riferimento all'operazione antimafia
Artemisa, aggiungendo tuttavia che nel corso delle audizioni non
si è parlato di massoneria: "C'è un comitato che lavora sulle
relazioni opache - ha spiegato - e domattina saranno sentiti i
vertici della massoneria locale". Il presidente della
commissione antimafia, infine, non ha voluto fare commenti sul
superlatitante Matteo Messina Denaro, il boss di Castelvetrano
che come territorio di riferimento proprio la provincia di
Trapani, definendolo tema "di ambigua interpretazione".
Nel pomeriggio e domattina sono previste altre audizioni
mentre domani pomeriggio la Commissione si sposterà a
Castelvetrano nell'azienda agricola di Giuseppe Cimarosa.
"Vogliamo rimarcare - ha detto Morra - che la giustizia si fa
intervenendo sulla legalità. La vicenda di questo giovane che si
è sottratto alla tutela dello Stato, che ha convinto il padre a
diventare collaboratore di Giustizia merita solidarietà da parte
di chi combatte per la giustizia. Si sta cercando di trovare una
soluzione".
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