Il Tribunale di
Caltanissetta ha disposto un risarcimento danni di 800mila euro
ai quattro eredi di una donna che, a seguito di trasfusioni di
sangue infetto praticatele nel 1976, risultava, decenni dopo,
affetta da Epatite C. La patologia si è aggravata in cirrosa
epatica e la paziente è deceduta nel 2008. Ad ottenere il
risarcimento dal ministero della Salute sono stati il marito e i
tre figli della donna che, nel 2016, otto anni dopo la morte
della congiunta, hanno dato mandato all'avvocato Silvio Vignera
di avviare una causa civile.
"Il Tribunale di Caltanissetta - commenta il legale - ha
riconosciuto ed ha confermato, con la sentenza, diversi
importanti principi. Intanto, che deve ritenersi sussistente la
responsabilità colposa dell'Amministrazione Statale, anche per
casi di epatite C, già dalla fine degli anni Sessanta, per non
avere adottato le misure idonee a prevenire ed impedire la
trasmissione di malattie mediante il sangue infetto, e non dal
1988-1989, come vorrebbe la controparte. Inoltre - spiega
l'avvocato Silvio Vignera - che il giudizio operato dalla
Commissione Medica Ospedaliera in sede di riconoscimento degli
indennizzi vale anche nel giudizio di risarcimento danni. Il
Tribunale ha quindi chiarito che rientrano nel novero dei
diritti inviolabili della persona anche quelli all'integrità
morale, alla vita matrimoniale, alla solidarietà familiare e al
rapporto parentale. Gli eredi non riavranno indietro la
congiunta - chiosa il legale - ma potranno ora eseguire la
sentenza per la materiale riscossione del risarcimento".
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