"La mia azione di legalità
in Confindustria cominciò già nel 2005, nel tempo poi ci siamo
costituiti parte civile in tutti i processi, a partire
dall'operazione Munda Mundis di Gela nel 2007. Fu proprio grazie
al mio codice etico che in Confindustria ci fu una svolta nel
segno dell'antimafia". Lo ha detto Antonello Montante deponendo
davanti la Corte d'appello di Caltanissetta in cui è imputato,
con altre quattro persone, per associazione finalizzata alla
corruzione e accesso abusivo nel sistema informatico. L'ex
leader di Confindustria Sicilia, condannato in primo grado a 14
anni per associazione finalizzata alla corruzione e acceso
abusivo al sistema informatico, ha risposto alle domande dei
suoi difensori, gli avvocati Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto
nell'aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta.
Montante ha raccontato anche dei suoi primi passi nel mondo
degli industriali quando, socio in una società di
ammortizzatori, divenne presidente dei giovani imprenditori.
"Nel processo scaturito dall'operazione Colpo di Grazia nel
quale era imputato anche Di Francesco (imprenditore poi indagato
per concorso esterno in associazione mafiosa ndr) - ha detto -
fui io a fare costituire Alfonso Cicero, allora presidente
dell'Irsap, come parte civile". E sempre nei confronti di
Cicero, uno dei testi dell'accusa, insieme a Marco Venturi, ha
sostenuto: "Quando lui cominciò a corteggiarmi io già da tempo
avevo avviato la stagione della legalità".
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