La relazione sulla gestione dei
beni confiscati presentata dall'Antimafia regionale ha scatenato
una polemica a distanza a colpi di comunicati stampa. A
innescarla è stata il rettore di Palermo, Fabrizio Micari, a
nome dell'Ateneo, alla quale è arrivata la risposta del
presidente della commissione regionale Claudio Fava. Micari, con
il professor Alessandro Bellavista, direttore del Dipartimento
di scienze politiche e il professor Aldo Schiavello, direttore
del Dipartimento di giurisprudenza, criticano duramente il
documento. E difendono i corsi di Alta formazione per
amministratori giudiziari organizzati dall'Ateneo. "Apprendiamo-
scrivono- che, nella relazione conclusiva dell'inchiesta sui
beni sequestrati e confiscati in Sicilia, si trascrivono le
dichiarazioni di un tal Cavallotti, qualificato come
'imprenditore', rese in audizione, secondo cui 'si facevano
corsi di alta formazione…si davano attestati alle persone che
partecipavano, quindi, in due giorni si pensa di insegnare agli
avvocati e ai commercialisti come si amministrano aziende… chi
teneva questi corsi? I giudici, gli amministratori, i prefetti…
ma che competenze manageriali possono avere questi soggetti?'".
Ribatte Fava: "In tre anni di attività abbiamo audito, nel corso
dei nostri lavori, oltre quattrocento persone e non sempre
(anzi: raramente) abbiamo condiviso lo spirito o il merito delle
loro affermazioni. Censurare un audito (temendo altri possano
sentirsi offesi per associazione di idee) è un'idea alquanto
originale del rigore e della limpidezza con cui una Commissione
parlamentare d'inchiesta è tenuta ad operare", aggiunge.
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