"Chiederemo alle autorità italiane
le informazioni necessarie per valutare la compatibilità delle
disposizioni della legge con il diritto dell'Ue, compresi quelli
fondamentali riconosciuti dalla Carta dei diritti fondamentali
dell'Unione europea". E' la conclusione della Commissione per le
petizioni dell'Ue sulla richiesta di abrogazione della legge n.
18 della Regione Siciliana, del 12 ottobre 2018, sull''Obbligo
dichiarativo dei deputati dell'Assemblea regionale siciliana,
componenti della giunta regionale e degli amministratori locali
in tema di affiliazione a logge massoniche o similari'. La
Commissione annuncia che "informerà il Parlamento europeo sulle
sue conclusioni". L'intervento è stato sollecitato da un
cittadino italiano, A. M., assistito dall'avvocato Salvatore
Ragusa del foro di Catania, sostenendo che "l'obbligo di
presentare una dichiarazione sull'eventuale appartenenza ad
associazioni massoniche sia in palese contrasto con la
Costituzione italiana e la Carta dei diritti fondamentali
dell'Unione europea". Il firmatario ha fatto riferimento alla
violazione di "varie disposizioni, in materia di dignità,
rispetto della vita privata, libertà di pensiero, di coscienza,
di espressione, di riunione e associazione e di non
discriminazione". La Commissione ha ritenuto ricevibile la
richiesta e rilevato che "in particolare, come per qualsiasi
trattamento di dati personali, la finalità deve essere
legittima" e "può essere lecito solo se rispetta i diritti e le
libertà riconosciuti dalla Carta, compresa la non
discriminazione, nonché la libertà di pensiero, di coscienza e
di religione e la libertà di riunione e di associazione". Per
questo la Commissione "ritiene opportuno chiedere informazioni
alle autorità italiane" sulla legge per "valutarne la
compatibilità con le pertinenti disposizioni del diritto dell'Ue
e il possibile effetto restrittivo sull'esercizio dei diritti
fondamentali pertinenti".
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