La Medusa di Caravaggio è al
centro di uno studio multidisciplinare che verrà presentato al
Ministero dei Beni Culturali e all'assessorato regionale ai beni
culturali siciliano e illustrato a Messina all'Hotel S.Elia
alle 10 il prossimo 6 Luglio. L'opera dipinta intorno al 1597,
esposta alla galleria degli Uffizi di Firenze, si lega
indissolubilmente al mito delle Gòrgoni e, per svelarne i suoi
lati più oscuri, lo studioso palermitano Giovanni Taormina
dell'associazione Arte 16, ha esaminato nei dettagli i
riferimenti che legano la Gorgone alla Sicilia, centro della
metafora del mito delle Gòrgoni.
"La trinità delle tre Gorgone potrebbe essere legata alla
presenza dei tre vulcani, elementi naturali che nell'antichità
avevano funzioni celebrative, in quanto, gli antichi supponevano
che, queste manifestazioni naturali, fossero da attribuire a una
stretta relazione con le divinità, infatti, come ben sappiamo -
spiega Taormina - Vulcano è il nome latino di una divinità,
mentre per i greci la divinità era Efesto, quindi è ipotizzabile
che i tre vulcani siciliani Etna, Stromboli e Vulcano, potessero
essere associati a quelle che per loro erano potenze divine. II
dati ricavati dall'analisi del mito e delle fonti antiche
verranno poi comparati a quelli ottenuti dall'analisi
dell'iconografia successiva, in particolare dalla statua di
Perseo con la testa di Medusa di Benvenuto Cellini (1545-1554),
Scudo con testa di Medusa di Caravaggio. A queste preliminari
considerazioni sulla natura biologica del mostro, per opera
dello scienziato e paleopatologo Francesco Maria Galassi e di
Elena Varotto, associati della Flinders University of
Adelaide,seguirà una analisi della pietrificazioni degli
impavidi che, secondo il mito, osarono incrociare lo sguardo di
Medusa".
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