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Il delitto Mattarella, film militante pieno di ombre

Il delitto Mattarella, film militante pieno di ombre

Il regista Grimaldi polemico, bocciati da commissione Mibact

ROMA, 19 giugno 2020, 18:58

Redazione ANSA

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(di Francesco Gallo) Tra fiction e inchiesta nel film 'Il delitto Mattarella' di Aurelio Grimaldi, in sala dal 2 luglio con Cine1 Italia, scorre un bel pezzo di storia italiana degli anni Ottanta, piena di molte ombre e poche luci. Digos, servizi segreti, P2, Democrazia Cristiana, neo-fascisti, banda della Magliana, mafia, un Andreotti luciferino e silenzioso, insomma non manca nulla a questo film con al centro la feroce uccisione del presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella (David Coco), fratello di Sergio, attuale presidente della Repubblica, massacrato a colpi di pistola mentre era in auto con la moglie Irma (Donatella Finocchiaro) il 6 gennaio del 1980. Il film, tratto dal libro omonimo di Grimaldi (edito da Castelvecchi), ci tiene più volte a dire il regista, non è altro che il frutto degli atti giudiziari dei vari processi, con alcune libertà. È il caso di Andreotti che si vede incontrare in Sicilia Riina, fatto mai davvero provato, nonostante le testimonianze di otto pentiti, ma da molti ritenuto possibile.
    Ma il regista a Roma all'incontro stampa non ci sta al fatto che il film sia stato bocciato ben due volte (prima con il titolo Bianco rosso sangue) dalla Commissione Mibact: "Com'è possibile che siamo finiti in fondo a una lista di 36 film in due delle tre categorie considerate e penultimi per quanto riguarda la sola regia? Il giudizio della commissione nel 2019 - ribadisce il regista - è stato secondo me un po' forzato. Ho chiesto così di mandarmi i verbali per contestare questa bocciatura e, al limite, rivalermi, ma mi hanno detto che non ci sono. E questa è una cosa assurda".
   

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