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Emicrania, Open day al centro cefalee "più colpite le donne"

Emicrania, Open day al centro cefalee "più colpite le donne"

Direttore clinica, è malattia neurologica cronica

SASSARI, 27 gennaio 2023, 12:29

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Centro cefalee della Clinica neurologica dell'Aou di Sassari ha aderito alla prima edizione dell'(H) - Open Day dedicata all'emicrania e organizzata per il 31 gennaio dalla Fondazione Onda, l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.
    La clinica sassarese parteciperà a un convegno aperto a tutti dal titolo "Emicrania. Quale trattamento? Incontro con gli esperti" che si svolgerà in videoconferenza dalle 15 alle 16 per affrontare il tema dell'emicrania, una malattia cronica che, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, rappresenta la terza patologia più frequente che colpisce soprattutto il sesso femminile e la seconda più disabilitante del genere umano. Anche l'Istituto superiore di sanità, centro di riferimento per la medicina di genere, la considera una patologia di genere che colpisce il 14% circa della popolazione adulta in tutto il mondo e predilige in maniera particolare il sesso femminile manifestando un rapporto donna/uomo pari a 3:1.
    "L'emicrania non è un semplice mal di testa, ma è una malattia neurologica cronica che comporta un altissimo costo umano e sociale, oltre che economico. È, inoltre, una patologia di genere perché riguarda soprattutto le donne in età giovane adulta. Le donne generalmente sviluppano forme più severe rispetto agli uomini e spesso manifestano più elevati livelli di disabilità", spiega Paolo Solla, direttore della Clinica neurologica dell'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari.
    "L'emicrania segue l'andamento degli ormoni sessuali femminili e le fasi più acute si presentano spesso nei giorni delle mestruazioni e dell'ovulazione - precisa il direttore della Clinica neurologica - L'emicrania talvolta non scompare con la menopausa, anzi in alcuni casi si manifesta un peggioramento.
    Attualmente seguiamo oltre 350 pazienti con un'età media inferiore ai 30 anni e circa l'80% sono donne".
   

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