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Massimo Ranieri, sogno di dirigere e condurre il Festival

In nuovo album inediti di Fossati, Donaggio, Pacifico, Sangiorgi

dell'inviata Giorgiana Cristalli ROMA

 "Il testo più potente del Festival": così Massimo Ranieri parla dell''intensa 'Lettera di là dal mare', la canzone con cui è in gara a Sanremo. "Sono pronto a fare il direttore artistico e conduttore del Festival", dice con decisione. "Se dovessero propormelo direi di sì. Ho già le valigie pronte e verrei a piedi", confessa. Con lui sul palco vedrebbe bene Loretta Goggi che conosce dai primi anni Settanta.
"C'è affetto, amicizia, stima. E' una brava attrice, sa cantare, sa presentare... Non sarebbe perfetta, sarebbe perfettissima per Sanremo. Ci capiremmo con uno sguardo", aggiunge.
Sulla sua esibizione nella serata di apertura del Festival, Massimo Ranieri confessa: "Mi ha vinto l'emozione. Prima ero più giovane, incosciente. Beati i ragazzi, li invidio". La canzone 'Lettera di là dal mare' parla di migranti e parla anche di lui, del suo primo viaggio alla scoperta dell'America, all'età di 13 anni, "cinque giorni su una nave che era un puntino nell'oceano, un viaggio meraviglioso ma terrorizzante, giorni passati a vomitare in balia di Dio mentre sembrava che il mare toccasse il cielo". Rivede quella scena mentre canta questa canzone, si emoziona ed emoziona il pubblico mentre rivede con la mente anche le immagini di quelli che lasciano oggi il loro paese.
"Siamo stati pionieri - osserva Ranieri - e siamo stati accolti, anche se inizialmente venivamo denigrati. Poi invece siamo diventati importanti... Penso a questi poverini che partono e vengono respinti. Deve essere una cosa terribile. E' un tema tragicamente ancora attuale".
Al Festival "mi tiene in forma l'adrenalina", racconta ancora 'il cant-attore' che, come Gianni Morandi, eterno rivale dai tempi di Canzonissima, è molto tonico e dimostra meno anni della sua età. "È bello questo incontro con lui a Sanremo", aggiunge, sottolineando che però stavolta la vita nei camerini è sacrificata dal rigido protocollo anti Covid e, nel backstage, "non c'è nessuno nei corridoi". Un peccato perché era quella la sede "per dire quattro cazzate, bere un caffè o fumare una sigaretta".
Della sua voce, che considera "un dono della mamma, anzi di Dio", Massimo Ranieri è fiero, ma racconta di non avere mai studiato canto e di averla curata a teatro grazie a Giorgio Strehler che gli insegnò come usarla.
Il nuovo album di inediti, arrangiato da Gino Vannelli, uscirà ad aprile. "C'è un inedito di Ivano Fossati, un brano di Pino Donaggio scritto insieme a Pacifico e uno di Giuliano Sangiorgi.
C'è anche un brano di due giovani leccesi, i fratelli Nicco e Carlo Verrienti, da cui viene fuori un Ranieri diverso", rivela.
Non è andata in porto per l'album, ma per la serata dei duetti invece, la collaborazione con Nek. "E' un signore, una persona educata, un ottimo cantante, un grande musicista. E' nata un'amicizia telefonica - racconta Ranieri - quando gli ho chiesto un pezzo per il disco. Canteremo insieme nella serata dedicata alle cover. La canzone scelta è ''Anna verrà', una canzone che lega Ranieri a Pino Daniele "perché sia Pino che io eravamo innamorati di Anna Magnani", ricorda. "Avevo fatto un film con lei negli anni Settanta. E' la mia attrice preferita.
'Anna verrà' doveva essere la sigla finale del mio Fantastico del 1989 ma in Rai la scartarono"

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