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Sindacati a Meloni, 'il dossier ex Ilva passi a palazzo Chigi'

Sindacati a Meloni, 'il dossier ex Ilva passi a palazzo Chigi'

Consegnato documento a premier a margine del Forum in masseria

BARI, 09 giugno 2023, 14:41

Redazione ANSA

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"Nel rappresentarle la disperazione di più di quindicimila famiglie, le chiediamo di intervenire direttamente affinché una vertenza così complessa veda l'interessamento diretto di palazzo Chigi". Così le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) di Acciaierie d'Italia, Ilva in amministrazione straordinaria e appalto nel documento consegnato dai segretari territoriali di Fim, Fiom, Uilm e Usb alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni a margine della sua partecipazione alla quarta edizione di Forum in masseria, la rassegna organizzata da Bruno Vespa nella masseria Li Reni a Manduria.
    "È assolutamente necessario - osservano i sindacati - voltare una pagina così drammatica, modificando gli assetti societari per poi condividere tra tutti i portatori di interesse obiettivi concreti e realizzabili, che vedano i lavoratori protagonisti e non vittime di cambiamenti che, allo stato attuale, fanno solo da cassa elettorale". L'assetto societario "venutosi a creare - evidenziano le Rsu - vede lo Stato attraverso Invitalia come socio di minoranza che non conta assolutamente nulla nella gestione ma esprime solo il polmone finanziario pagando i debiti che il soggetto privato continua a contrarre nei confronti di tutti gli stakeholders (partendo dalle aziende dell'appalto e indotto totalmente ridotte sul lastrico e che riversano le problematiche sulla mancanza di pagamento degli stipendi dei propri dipendenti)".
    Come "se non bastasse - aggiungono - negli accordi tra azienda e governo decade la clausola di salvaguardia occupazionale a tutela dei lavoratori rimasti in Ilva in As, gettando molte ombre sul futuro di intere famiglie". Le sigle metalmeccaniche fanno rilevare infine che "a causa di delicati assetti parasociali riservati stabiliti sempre negli accordi del 2020, il decreto inerente gli interventi per gli impianti di interesse strategico nazionale convertito in legge nel mese di marzo 2023, garantisce la trasformazione del prestito erogato (di 680 milioni) - in ogni momento - in quote azionarie di maggioranza, anche prima di maggio 2024 (data di scadenza degli attuali assetti), senza un intervento immediato. Ogni giorno la situazione della fabbrica si complica sempre di più. Non è assolutamente possibile - concludono - continuare ad attendere".
   
   

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