(ANSA) - ROMA, 04 LUG - Il Covid-19 è maggiormente insidioso
per gli addetti del settore della salute, rispetto ad altri
comparti: lo si legge nella graduatoria stilata dalla Fondazione
studi dei consulenti del lavoro, che hanno messo sotto la lente
d'ingrandimento le categorie di occupati maggiormente a rischio.
In testa, come è facile immaginare, vi sono i medici (308.000 su
cui grava lo 'spettro' della malattia), poi i tecnici della
salute, tra cui infermieri, radiologi, esperti di diagnostica,
(736.000) e coloro che esercitano le professioni qualificate nei
servizi sanitari e sociali, come massaggiatori sportivi,
operatori sociosanitari ed assistenti di studi medici (258.000).
"Con un indice di rischio compreso tra 86 e 90 (il più elevato)
- si legge nella ricerca - tutti questi lavoratori rappresentano
il 5,6% del totale degli occupati e costituiscono il gruppo
professionale sottoposto al maggiore rischio di contrarre il
virus, come del resto dimostrato anche dall'esperienza degli
ultimi mesi" d'emergenza. Calano i timori di contrarre il
Coronavirus per "gli specialisti delle scienze della vita, come
farmacisti, biologi, ma anche veterinari (150.000) e professori
della scuola primaria (485.000), il cui rischio contagio oscilla
in un 'range' tra 73 e 76". E, seppur in misura minore, a poter
coltivare timori vi sono "baristi, camerieri e cuochi (1 milione
183.000, pari al 5,1%), gli addetti alle vendite, come commessi,
cassieri, addetti ai distributori di benzina (1 milione 108.000,
pari al 4,8% degli occupati), i professori di scuola secondaria
e post-secondaria (469.000), le figure addette all'accoglienza e
all'informazione della clientela (280.000), gli specialisti
dell'educazione e della formazione (214.000), gli impiegati
(163.000) addetti agli sportelli e ai movimenti di denaro", va
avanti il report dei consulenti. (ANSA).