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Piano Debiti e Sovraindebitamento: come gestire una complicata situazione debitoria

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Piano Debiti e Sovraindebitamento: come gestire una complicata situazione debitoria

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Responsabilità editoriale di SEO Cube S.r.l.

07 maggio 2020, 15:05

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il concetto di sovraindebitamento è stato introdotto nel sistema giuridico del nostro Paese con la legge 3/2012, relative alle disposizioni in materia di estorsione, usura e composizione delle crisi da sovraindebitamento. Ne abbiamo parlato con PianoDebiti.it, la società che può aiutare persone in difficoltà economica a gestire le criticità di una complicata situazione debitoria. Il soggetto sovraindebitato è chi non è in grado di far fronte ai propri debiti, a prescindere dalla ragione per cui ciò avviene, e non ha la possibilità di onorare il debito scaduto con patrimonio prontamente liquidabile.

Che cos’è il sovraindebitamento

Come si può intuire, quindi, il concetto di sovraindebitamento ha a che fare con l’impossibilità di pagare i debiti da parte di una piccola impresa, di un consumatore o comunque di un soggetto che non può fallire. Vengono considerati sovraindebitati anche coloro che, pur non essendo ancora insolventi, non hanno la possibilità di pagare sul breve termine. Nel giro di poco tempo al posto della legge 3/2012 entrerà in vigore il Codice della crisi e dell’insolvenza in applicazione della legge 155/2017. Non cambierà, comunque, la definizione di sovraindebitamento, che corrisponde alla situazione complicata di chi per effetto di uno squilibrio tra i propri debiti e le proprie disponibilità economiche si trova nella condizione di non poter saldare i debiti. Alle procedure di sovraindebitamento possono accedere, giusto per citare un esempio pratico, i dipendenti che vengono licenziati e che dunque, pur avendo in passato pagato sempre le rate di un mutuo, non sono in grado di farlo anche per l’avvenire.

La legge sul sovraindebitamento

La legge sul sovraindebitamento si pone come obiettivo più importante quello di mettere il debitore nelle condizioni di pagare ciò che è in grado di pagare, mentre sarà cancellato il debito che non può essere saldato; la cancellazione del debito che non viene onorato prende il nome di esdebitazione. Come sottolinea Piano Debiti, comunque, tale normativa non deve essere considerata come una sanatoria. Si tratta, invece, di definire un approccio di equilibrio tra il diritto dei creditori di ottenere ciò che è dovuto loro dal soggetto sovraindebitato e il diritto di quest’ultimo di avere una vita dignitosa. A coloro che hanno debiti eccessivi viene concessa l’opportunità di pagare in rapporto a ciò che è possibile, tenendo conto del loro carico familiare, del loro patrimonio e della loro situazione di reddito.

La gestione del debito

Nel nostro Paese grazie alla normativa dedicata al Sovraindebitamento è comparsa una gestione dei debitori insolventi che riprende quella dei modelli che erano già in vigore in quasi tutti i Paesi della Ue. Basti pensare, per esempio, al Regno Unito, dove si menziona il diritto al Fresh start già da lungo tempo: si tratta del diritto a un nuovo inizio che deve essere concesso a coloro che hanno contratto debiti che non sono più in grado di pagare. Questo vuol dire, in buona sostanza, non correre più il rischio di essere inseguiti dalle finanziarie e dalle banche per il resto della propria vita. Per conseguire questo scopo ci si può limitare a pagare quel che si riesce, così da sbarazzarsi del debito e reimmettersi nella vita economica della comunità di cui si fa parte nel modo più sereno possibile.

Chi può usufruire delle procedure di sovraindebitamento

Si è già accennato che le procedure di sovraindebitamento sono appannaggio dei soggetti non fallibili. In questa categoria di debitori rientrano gli enti no profit come le associazioni e le onlus, i professionisti iscritti ad albi o ruoli, le aziende agricole (a prescindere dalle loro dimensioni), le start up innovative, i consumatori e le piccole imprese non fallibili. Sono consumatori le persone fisiche che non hanno la partita Iva, come gli inoccupati, i pensionati, i dipendenti, e così via. Per quel che riguarda le imprese non fallibili, invece, per far parte di questa categoria un’azienda deve avere debiti per meno di mezzo milione di euro, un patrimonio non superiore ai 300mila euro e un fatturato che non vada oltre i 200mila euro all’anno.

Le procedure di sovraindebitamento

Secondo la norma si possono distinguere tre diverse procedure di sovraindebitamento, che hanno come comun denominatore lo scopo dell’esdebitazione del soggetto che ha contratto debiti in eccesso in rapporto alle proprie possibilità del momento. Tali procedure sono rappresentate dalla liquidazione controllata del sovraindebitato, dal concordato minore e dalla procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore. Il Codice della Crisi, per la verità, ha incluso una quarta possibilità, che consiste in una semplice domanda. I presupposti fondamentali per la fruizione riguardano la non fallibilità del soggetto e il suo stato di sovraindebitamento. Inoltre è indispensabile che il debitore non abbia sottratto di proposito denaro o beni ai creditori, occultandoli, o comunque non abbia attuato frodi nei loro confronti.

Quale procedura scegliere

Quando un debitore è privo di redditi stabili e di patrimonio ha la possibilità, anche se solo per una volta nella vita, di usufruire della cancellazione di tutti i debiti senza che sia costretto a versare alcunché. Tuttavia in tale circostanza occorre provare di essere stati meritevoli, e quindi dimostrare che non sono mai state cercate scappatoie per non saldare i debiti e che la situazione non è stata creata in maniera volontaria. Nella maggior parte dei casi, comunque, si procede con il cosiddetto piano del consumatore, che consiste in una procedura di ristrutturazione dei suoi debiti: tale facoltà non è concessa alle aziende o alle onlus, ma solo alle persone fisiche. In pratica al creditore viene proposto un piano di pagamenti, che prende il posto di qualsiasi altra pattuizione, deve essere approvato dal giudice e deve risultare sostenibile in rapporto al reddito del debitore. Nelle circostanze più complicate, invece, si può domandare al tribunale di sfruttare la liquidazione controllata del sovraindebitato: in pratica, i debiti sono pagati attraverso la liquidazione del suo patrimonio. Il beneficio più evidente di questa formula è che si cancella il debito residuo che non viene pagato anche nel caso in cui non tutti i debiti siano coperti dalla vendita dei beni.

Il concordato minore

I professionisti e le imprese possono accedere a un piano di pagamenti che prende il nome di concordato minore. Al creditore viene proposto un piano sostenibile che si concretizza unicamente nel caso in cui venga votato per non meno del 60% dai creditori stessi. La salvaguardia dei beni è consentita, e la continuità dell’impresa non viene compromessa. In qualsiasi fase della crisi del debito è possibile usufruire della legge. Questo vuol dire che si ha l’opportunità di domandare ai debitori un accordo già quando si riscontrano le prime difficoltà di pagamento: come è facile immaginare, questa è la soluzione che garantisce più vantaggi e che si rivela più comoda. Ciò non toglie che si possa accedere alla legge anche in seguito, quando il patrimonio è stato aggredito dai creditori (sia che si tratti del patrimonio personale, sia che si tratti del patrimonio aziendale), sotto forma di trattenute sullo stipendio, di aste immobiliari o di pignoramenti.

Una procedura concorsuale

Dal punto di vista tecnico la procedura di sovraindebitamento non è altro che una procedura concorsuale che deve essere inoltrata presso il tribunale di competenza per la residenza. Nel giro di pochi mesi, qualora le condizioni sussistenti lo permettano, verrà dato il la a un piano grazie a cui il debito sarà ridimensionato in funzione di ciò che si può pagare. Nel caso la normativa sul sovraindebitamento sia la strada che si desidera percorrere, è necessario raccogliere tutti i documenti relativi alla propria situazione patrimoniale ed economica. Dopodiché ci si deve preoccupare di redigere una lista completa e precisa del proprio patrimonio, dei propri debiti e degli atti dispositivi relativi agli ultimi 5 anni. Solo a questo punto si può procedere predisponendo una bozza iniziale del piano di liquidazione o del piano che è destinato a essere proposto ai creditori.

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